Abusi in caserma, il gip: gravi indizi su altri 3 carabinieri
L’inchiesta della procura di Massa. Oggi l’interrogatorio del militare in carcere. Le frasi razziste intercettate
«Ci sono a carico di altri soggetti gravi indizi di colpevolezza per la commissione dei reati», scrive il Gip Ermanno De Mattia nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di un carabiniere e all’applicazione del divieto di dimora a quattro militari. Reati commessi che «consentivano la richiesta dell’applicazione della misura cautelare che il Gip non ha concesso solo perché il Pm non le ha chieste». In buona sostanza, dice il giudice per le indagini preliminari, ci sarebbero state almeno altri tre indagati che potevano finire in carcere o ai domiciliari, se solo la Procura lo avesse chiesto. Ma il pm Alessia Iacopini, titolare dell’inchiesta col procuratore Aldo Giubilaro, ha scelto — per il momento — di mantenere un profilo improntato alla cautela. Si tratta del solito Pm che, nelle intercettazioni, doveva «morire e morire male» perché aveva iniziato a fare le indagini per questa inchiesta che, settimane fa, portò alla perquisizione di 23 persone, tra cui 18 militari e 4 civili. Agli atti dell’inchiesta — nelle quale si ipotizzano a vario titolo i reati di lesioni, violenza sessuale, e anche falso — intercettazioni che riguardano persone controllate durante la normale attività di servizio dei militari, che sono stati ascoltati grazie alle microspie piazzate nelle macchine di servizio. Ci sono frasi come «basterebbe sparare un missile a quelli lì (gli immigrati, ndr) per risolvere il problema» o anche frasi come «non ci metto nulla a dargli una pistolettata, tanto ho preparato la buca in casa» e anche «se vedo mio figlia in strada con un immigrato io la ammazzo».
Oggi è previsto l’interrogatorio di garanzia del carabiniere che si trova a La Spezia, nel carcere militare. Per lui il Gip De Mattia dice che «non può fare il carabiniere senza commettere delitti». Ne emerge uno spaccato di illegalità e di violenza, come quando alcuni indagati foravano le gomme delle auto di chi non aveva pagato l’assicurazione. Con molta probabilità il militare si avvarrà della facoltà di non rispondere.
«Confidiamo molto nella possibilità di dimostrare l’estraneità ai fatti contestati» dei carabinieri della Lunigiana indagati dalla procura di Massa Carrara, «ci stiamo muovendo da subito per far revocare queste misure, che riteniamo eccessive, fuori luogo, fuori contesto, immotivate», dichiara l’avvocato Gianpaolo Carabelli di Aulla, uno dei difensori dei militari indagati. «I miei assistiti sostengono di non aver commesso nessun reato», dice.