L’ira di Viareggio per il pavone annegato
Una coppia nel laghetto comunale, la femmina muore. «Lo dicevamo, non sanno nuotare»
Silenzio No comment dal Comune, domenica l’ultima visita della Asl: stavano bene
VIAREGGIO Avrebbe dovuto rappresentare, assieme al suo compagno, il simbolo della rinascita del laghetto dei cigni dopo una lunga fase di degrado; invece è morta annegata, dopo un mese e mezzo di polemiche alimentate da chi sosteneva come la sua incolumità lì fosse a rischio, essendo un volatile camminatore incapace di nuotare. La «lei» in questione è la pavonessa che dallo scorso 30 aprile era stata trasferita nel laghetto nella Pineta di Ponente, in compagnia di un secondo esemplare maschio. Che oggi, rimasto solo, si aggira per il laghetto sconsolato emettendo suoni che sembrano un pianto.
Il loro arrivo era stato voluto dall’amministrazione comunale e in particolare dall’assessore Sandra Mei che al tempo aveva la delega alla Tutela degli animali (oggi passata Gabriele Tomei). Il progetto di recupero del laghetto risale infatti alla prima giunta Del Ghingaro, poi commissariata nell’estate 2016. Un percorso che ha comportato la ripulitura e la risistemazione dell’area e dei suoi arredi. Sin dall’arrivo dei pavoni però, sono scoppiate polemiche dai cittadini e dalle associazioni animaliste: «Quello non è il loro habitat naturale» è stato da subito il loro mantra. Sui tavoli dei veterinari della Usl sono piovuti esposti e segnalazioni, tanto che i dottori sono intervenuti più volte sul posto per accertarsi delle condizioni di salute della coppia di pavoni. «Tutti gli animali si presentavano al momento del sopralluogo in buone condizioni dal punto di vista clinico e non mostravano segni di patologie in atto, né disturbi comportamentali», recitava il verbale dei veterinari Antonio Barsanti e Roberto Pieroni, dopo una visita al laghetto dello scorso 17 maggio. Ma i controlli sono poi proseguiti anche nelle settimane successive. Nonostante le rassicurazioni mediche, erano stati due gli episodi che avevano ulteriormente allarmato i cittadini: prima la fuga del maschio dal laghetto e poi avvistato e recuperato nel quartiere Marco Polo; poi, lo scorso 9 maggio, la femmina era finita in acqua una prima volta rischiando di annegare, salvata da alcuni passanti in pineta.
Ieri mattina però non è andata così: la pavonessa è stata trovata senza vita nelle acque del laghetto. La notizia si è subito diffusa in città, scatenando rabbia e tristezza, oltre a nuove critiche all’amministrazione: dal Comune arriva un secco «no comment» sulla vicenda, ma fanno sapere come i due animali fossero stati visitati anche nella giornata di domenica e trovati in buone condizioni di salute e non stressati. Ieri sera, invece, attorno alle 19 circa cinquanta persone si sono ritrovate di fronte al laghetto dei cigni per un picchetto di protesta. Su uno dei due striscioni dei cittadini si parla di «morte annunciata» mentre l’altro è perentorio: «Sandra Mei a casa. Salviamo il pavone». I cittadini hanno invocato a gran voce le dimissioni immediate dell’assessore. «Si è dimostrata ignorante sul tema — hanno detto i manifestanti — e priva di comprensione di fronte a ogni nostra richiesta. Che fine hanno fatto le oltre 700 firme raccolte?». Una domanda senza risposta, accompagnata dalle urla strazianti dell’esemplare maschio, rimasto in compagnia dei cigni e dei piccioni. Le spoglie della pavonessa sono state intanto trasferite al laboratorio zootecnico di Pisa per esami che svelino le cause esatte della sua morte.