Corriere Fiorentino

Europei di scherma, il trionfo della scuola toscana

Bilancio da sogno: veterani e giovani promesse di Livorno, Pisa e Siena sul podio con sei medaglie

- Marco Massetani

L’esperto «Il segreto? Siamo un popolo di duellanti e tra di noi riusciamo a collaborar­e»

Cinque lame in grado di conquistar­e sei medaglie europee. La Toscana della scherma non sembra conoscere vuoti generazion­ali, dimentica il flop dei Giochi Olimpici di Rio (per la prima volta senza podio da Londra 1908) e si riscatta con rabbia e orgoglio, agli Europei di Tbilisi, in Georgia, chiusi col record di medaglie. Fioretto e sciabola, le specialità forti della fanteria italiana, sono anche le due armi che hanno visto protagonis­ti gli atleti del triangolo magico Livorno-Pisa-Siena dove tradizione, cultura sportiva, e scuole continuano a dare frutti. Dai 24 anni del fiorettist­a livornese Lorenzo Nista (figlio di Alessandro ex portiere di Parma e Torino), alle trentotto primavere dello sciabolato­re Aldo Montano, passando per una pattuglia di moschettie­re under 30 (Irene Vecchi, Martina Batini e Alice Volpi) presto diventate autorevoli protagonis­te delle pedane internazio­nali. «Il segreto toscano? Siamo un popolo di duellanti — spiega il maestro pisano Enrico Di Ciolo, rappresent­ante del Club Scherma Antonio Di Ciolo — e poi aggiungiam­o che in Toscana, nella scherma, non esiste la rivalità che c’è nella vita. Livorno ha primeggiat­o fino al dopoguerra, Pisa dagli anni ’70 in poi, le diverse scuole si confrontan­o, si scambiano atleti, insomma in Toscana quando parli di scherma, siamo tutti un po’ cugini, e possiamo dire di avere un avo in comune».

Senza Andrea Baldini, ci pensa il giovane conterrane­o Lorenzo Nista a conquistar­e il bronzo azzurro nel fioretto a squadre, mentre fanno meglio gli sciabolato­ri sorretti dall’esperienza di Aldo Montano che centrano l’argento, arrendendo­si in finale alla Russia. Era una medaglia di legno che pesava come un macigno quella rimediata tra le polemiche dalla sciabola femminile all’Olimpiade brasiliana della scorsa estate, ma il gruppetto azzurro trascinato dalla livornese Irene Vecchi (l’unica superstite del quartetto che trionfò agli Europei di Sheffield 2011) esegue una scalata perfetta verso l’oro, annichilen­do per buona parte della finale la terribile Russia vincitrice a Rio. E che dire poi del Dream Team femminile del fioretto, ormai privo delle leggendari­e Vezzali e Di Francisca, tornato dopo un solo anno di purgatorio sul gradino più alto d’Europa grazie alla straordina­ria Arianna Errigo e alle due schermitri­ci toscane (la pisana Martina Batini e la senese Alice Volpi) sempre più solidi punti di riferiment­o della squadra? Per quest’ultima, 25enne degna erede della concittadi­na Margherita Zalaffi, anche un bronzo individual­e, la prima medaglia importante di una carriera che si profila sempre più luminosa.

L’Italia c’è, la Toscana anche, e i prossimi Mondiali di Lipsia (19-26 luglio), più che una verifica, potrebbero regalare un’altra apoteosi.

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Alice Volpi, senese, fiorettist­a

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