UN FIORINO MERITATO, SENZA MEDAGLIE POLITICHE
Oggi la consegna dei riconoscimenti del Comune. Anche a Bonsanti: segnale politico, ero un «gufo»
(p.e.) Sandra Bonsanti di Fiorini ne avrebbe meritati tre: uno per la sua attività giornalistica e politica, uno per il suo spessore culturale e uno per il cognome che porta, come riconoscimento a una famiglia che a questa città ha dato moltissimo. Al suo governo e alla sua tradizione civile. E a Sandra Bonsanti ci rivolgiamo spesso come Corriere Fiorentino, quale voce attenta e autorevole del dibattito pubblico, in città e non solo. Ma le motivazioni che lei ha voluto dare al Fiorino che riceverà oggi non ci convincono. Né poco né punto. Prima a Il Fatto e ieri al nostro giornale, Sandra Bonsanti ha detto che il riconoscimento è un «segnale politico», un «inizio di dialogo», che «Nardella sta finalmente tentando di fare il sindaco di tutta la città» e che forse si sta allentando «la cappa, la pressione del cosiddetto Giglio magico su Firenze».
È il giorno del Fiorino d’oro — oggi alle 18 nella nuova Arena Cinema nel cortile degli Uffizi la consegna — e quest’anno i prescelti fanno parte di mondi diversissimi che parlano delle tante anime della città, forse come non mai. Volontariato e sport, impegno imprenditoriale e cultura, istituzioni e singoli. Il premio è trasversale.
Ci sono due imprenditori, Piero Antinori e Vittorio Frescobaldi. Entrambi signori del vino in città e in Toscana, che la responsabilità di rappresentare Firenze la sentono sulle spalle se è vero che Frescobaldi ci dice: «Non è semplice essere parte di una storia importante come quella della nostra città. Ne abbiamo combinate tante noi fiorentini nel corso dei secoli. Ma proprio per questo ritengo che il premio a me sia in verità un premio a tutti quanti lavorano al mio fianco in azienda a cominciare dalla mia famiglia». Con lui e accanto a lui ci saranno il coreografo Virgilio Sieni e Alessandro Bertolazzi, quel fiorentino che ha reso grande Firenze anche a Los Angeles vincendo l’Oscar per il make-up di Suicide Squad.
Non basta: c’è spazio per il lavoro di Paolo e Barbara Bacciotti e per la Fondazione Tommassino Bacciotti intestata al loro piccolo bimbo morto 18 anni fa di cancro e alla cui memoria è dedicato lo sforzo dei suoi genitori che oggi per bocca di Paolo ci dicono: «Oggi nostro figlio avrebbe 20 anni. Da allora con la nostra Fondazione abbiamo messo su 20 abitazioni che ospitano le famiglie di bambini che come lui devono sottoporsi a cure pesantissime al Meyer. Queste venti abitazioni sono il nostro regalo per i suoi venti anni. Il Premio è una spinta per noi ad andare avanti».
Anche Massimo Ghiribelli per il Centro missionario medicinali onlus, (invia farmaci e presidi medico-chirurgici nel Sud del mondo) riceverà il Fiorino così come la Fiorentina Women, la squadra rosa del nostro football che quest’anno ha portato a casa Coppa Italia e Scudetto. «Un premio questo — dice il presidente Sandro Mencucci — che servirà a fare luce sul calcio femminile e che forse potrà insegnare al calcio tout-court, visto che la grandezza della nostra disciplina consiste nel fatto che ci riporta allo sport puro. Le squadre femminili muovono meno soldi e dunque sono più aderenti alle ragioni dello sport».
Particolarmente contenta per il riconoscimento al British Institute fiorentino che lei dirige è Julia Race: «È importante per noi e per l’amicizia che lega la nostra istituzione, la prima ad essere uscita dal Regno Unito per insegnare all’estero l’inglese, e Firenze». Più schivo è Andrea Rossellini, il vigile che a marzo scorso non esitò a buttarsi in Arno per salvare una giovane donna dalle acque del fiume: «Non credo di aver fatto nulla di eroico — ci dice — tra i nostri compiti c’è quello di tutelare la comunità. Sono grato al sindaco di avermi scelto e ho un unico rimpianto, non aver mai più visto né sentito la ragazza».
Infine c’è Sandra Bonsanti, giornalista, ex Repubblica, ex direttrice del Tirreno ex presidente di Libertà e Giustizia, che definisce il «suo» Fiorino un «segnale politico». «È bello che sia stata scelta una giornalista. Un tempo io facevo parte di quelli chiamati gufi, oggi ricevo il Fiorino. Sono molto grata a Dario Nardella. Mi pare che in quest’ultimo periodo si sia ridotta la cappa del Giglio magico. Mi pare che ci sia spazio per il dialogo che è l’anima della nostra città, ascoltare la complessità e dare voce a tutti è tornare alla sua identità».
Frescobaldi Il premio a me è in verità un premio a quanti lavorano al mio fianco e alla mia famiglia Il vigile Rossellini Ho un solo rimpianto, non aver più visto la ragazza che ho salvato