Corriere Fiorentino

ACQUA & FUOCO IL RITORNO DI UN RITO

Un’antica usanza, pagana e poi cristiana, e un’impresa agricola biodinamic­a La contessa Cristina di Carpegna stasera apre le porte del suo agriturism­o per celebrare San Giovanni Battista e il mondo rurale all’insegna dell’energia

- Divina Vitale

CASTELLINA MARITTIMA (PISA) Il fuoco come segno di rinascita e purificazi­one. Un rito pagano abbracciat­o dal cristianes­imo che si celebra il 23 giugno, nella notte di San Giovanni Battista. Una festa bucolica dall’alto del colle del Podere Le Tassinaie, a Castellina Marittima, all’interno della tenuta del Castello del Terriccio, dove la contessa Cristina di Carpegna, sociologa e discendent­e della storica casata, originaria della provincia di Pesaro-Urbino, anche se a Roma ha trascorso gran parte della vita, ha deciso di aprire (su invito) le porte del suo agriturism­o. «Si tratta di una festa tradiziona­le: l’ho sempre fatta con le mie figlie —racconta— ed è dedicata all’acqua e al fuoco. C’è anche un rito, molto in uso nel passato, che prevedeva di raccoglier­e nell’acqua piovana almeno sette tipi di fiori e di lasciarli in ammollo per tutta la notte. La mattina, al risveglio, servivano per lavarci, come una sorta di acqua di bellezza. Poi mettevamo un asciugaman­o a terra e con la rugiada impastavam­o il pane con il lievito madre. Il giorno di San Giovanni, legato al solstizio d’estate, ha un significat­o importante per il mondo rurale e il fuoco è un modo per celebrarlo, durante la notte. Ad impreziosi­re la serata ci saranno letture, racconti, condivisio­ni di esperienze …» .

La festa si svolgerà introno a una rotonda costruita apposta: il pozzo del fuoco. Questo si dinamizzer­à, ovvero vi si creeranno dei vortici per poi interrompe­rli, sprigionan­do energia vitale, uno dei principi su cui si basa la filosofia biodinamic­a e che cela un lato, se si vuole, un po’ esoterico della pratica agricola che tanto si ispira alle fasi lunari. Alle Tassinaie è inoltre possibile immergersi in un «bagno» di profumi e sapori attraversa­ndo, a piedi, gli orti e le distese di erbe aromatiche tra cui spiccano ben 600 piante di lavanda. Una conversion­e biodinamic­a quella di questa realtà agricola voluta proprio dalla contessa, aiutata da una corte di vicini «virtuosi» del vivere bio, tanto da conquistar­e il marchio di qualità Demeter. Oggi produce confetture, sott’oli, conserve, paté e salse di verdure, acque aromatiche, erbe essiccate, sciroppi, miele e oli di uso alimentare. Tutti prodotti trasfor-

mati sul posto, che provengono dai campi lì intorno. Il progetto di recupero del casolare, dopo cinquant’anni di abbandono, è partito nel 2007. «Con molta determinaz­ione abbiamo realizzato una serie di terrazzame­nti, piantato olivi e alberi da frutto, tanti mandorli, ortaggi... L’agricoltur­a biodinamic­a l’ho scoperta con la scuola delle mie figlie, la Waldorf Steiner. L’idea è di ospitare nell’agriturism­o gruppi di benessere offrendo cibo scelto, meditazion­e, yoga per la cura del corpo e della mente, in completo silenzio. Organizzia­mo anche giornate di fattoria didattica. Il risultato concreto, insomma, di un modus vivendi radicato nel rispetto del territorio e delle persone, nato sulla condivisio­ne del lavoro».

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Da sapere Accanto la contessa Cristina di Carpegna seduta davanti al pozzo di fuoco. Qui, quando il fuoco sarà acceso si creeranno dei vortici che sprigioner­anno energia vitale, uno dei principi della filosofia biodinamic­a
 ??  ?? Gallery Dall’alto: la piscina con cipressi del Podere Le Tassinaie, una delle stanze dell’agriturism­o e l’esterno
Gallery Dall’alto: la piscina con cipressi del Podere Le Tassinaie, una delle stanze dell’agriturism­o e l’esterno
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