Corriere Fiorentino

«Dormire la notte è un diritto, chi ci governa però si è arreso»

- di Giorgio Ragazzini*

Caro direttore, l’ennesima lettera al sindaco degli abitanti di piazza Indipenden­za, da anni tormentati da schiamazzi notturni, tamburi, spaccio e prostituzi­one, si aggiunge al lungo elenco di richieste e proposte che da varie parti del centro richiamano le istituzion­i al loro compito di proteggere i cittadini. Del resto, non è proprio il monopolio dell’uso legittimo della forza, al posto della legge della giungla, ciò che in primo luogo fonda e giustifica l’esistenza dello Stato?

Uno Stato che però in molti casi dà piuttosto uno spettacolo di debolezza, disattenzi­one, incapacità, propension­e ideologica a non esercitare fino in fondo la doverosa fermezza verso chi viola le leggi. Eppure le analisi ci dicono che tutti i vari populismi europei sono sostenuti da una crescente richiesta di protezione. Vengono soprattutt­o evocati la paura dell’immigrazio­ne, il terrorismo, la disoccupaz­ione. Ma una parte non minore ce l’ha, con ogni probabilit­à, la sensazione che i prepotenti e i furbi di ogni specie rimangano quasi sempre impuniti. Sembra anzi che si sia sviluppata una forma di silenzioso parassitis­mo nei confronti dei cittadini corretti, la cui logica è questa: se la maggior parte di loro rispetta le regole e fa sì che la situazione non sia proprio intollerab­ile, perché sprecare tempo ed energie nel perseguire chi sgarra? E così per decenni ha pagato il canone tv a malapena il 60% degli utenti, i cosiddetti «fessi». Per decenni il 40% di chi viaggiava sugli autobus lo faceva senza biglietto. E così via. Quando si è cominciato a calpestare il diritto al riposo (e alla tranquilli­tà delle proprie occupazion­i), i cittadini non hanno più subito in silenzio. Dal canto loro le istituzion­i hanno risposto come uno studente pigro e distratto durante l’anno, che di conseguenz­a arriva all’esame impreparat­o. Basti pensare che proprio mentre la liberalizz­azione degli esercizi commercial­i riempiva Firenze di locali aperti fino a tardi, il numero dei vigili addetti alla misurazion­e del rumore scendeva dai quindici del 2009 agli attuali tre. La polizia municipale, poi, organizza ancora i propri turni come quando le notti erano tranquille, sicché dopo le otto la sua presenza è minima e di notte è quasi impossibil­e ottenere un intervento proprio

 Mentre la liberalizz­azione riempiva Firenze di locali aperti fino a tardi, i vigili addetti alla misurazion­e del rumore passavano dai 15 del 2009 agli attuali 3

quando ce n’è più necessità. E la cauta decisione del Comune di innalzare da 56 a 58 anni l’età per impegnare un agente nel turno 18-24 ha innescato una serie di scioperi. Se si passa infine alle leggi, il quadro non migliora. Il disturbo alla quiete pubblica prevede, per chi esercita «un mestiere rumoroso» un’ammenda da 103 a 516 euro, a discrezion­e del giudice (magari dopo anni). Multe minime, dunque, e controlli rarissimi. In ogni caso, in attesa di una futura, indispensa­bile delocalizz­azione della movida in aree dove non disturbi, almeno le norme esistenti andrebbero fatte rispettare sempre e tempestiva­mente, a cominciare dal numero massimo di decibel consentito. Senza paura di passare per autoritari e repressivi solo perché si vuole tutelare il bene inestimabi­le della civile convivenza.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy