Sanità, il sindacato scende in piazza contro la Regione
Il sindacato: guerra alla privatizzazione strisciante, martedì la protesta. Saccardi: rivolta politica
Sanità, la Cgil scende in piazza contro la Regione con una manifestazione fissata per martedì prossimo in piazza Duomo, proprio sotto le finestre della giunta Rossi. Il sindacato chiede «una sanità pubblica universale ed equa, contro la strisciante privatizzazione». Uno strappo forte rispetto al passato, quando le critiche della Cgil alla Regione puntavano solo su singoli episodi. Stavolta la critica del sindacato diventa strutturale ed è rivolta a tutto il sistema sanità. E non si riferisce solo alla gestione recente, quella dell’assessore Pd Stefania Saccardi, ma abbraccia le scelte strategiche degli ultimi dieci anni, molte delle quali sono dipese dall’attuale governatore Enrico Rossi: «Lo scivolamento della sanità pubblica — dice il segretario regionale Cgil, Mauro Fuso — va avanti da tempo» ed è dovuto «non solo alle politiche di questi ultimi anni, ma anche alle scelte risalenti a dieci anni fa». Per la Cgil, «il territorio non offre risposte adeguate ai cittadini» visto che «sono carenti i letti di cure intermedie, la bassa intensità assistenziale e l’assistenza domiciliare, si anticipa la dimissione dall’ospedale ma troppo spesso si abbandona il paziente a se stesso e alla famiglia». Cgil cita i numeri dell’Agenzia regionale di sanità dal 2012 al 2015: in questo arco di tempo, denuncia, in Toscana sono stati tagliati 658 posti letto, con un calo di 22 mila degenze. Il sindacato evidenzia la carenza delle case della salute (i vecchi poliambulatori), ricorda gli 8.000 lavoratori in appalto malgrado l’aumento dei carichi di lavoro e la diminuzione dei punti nascita del 20 per cento. «Il sistema toscano mantiene punte di eccellenza — precisa Fuso — ma ci sono scricchiolii che richiedono un’inversione di tendenza». Le critiche tirano in ballo Enrico Rossi (ex Pd, ora Mdp), ma il governatore annuncia che parlerà solo dopo la manifestazione del 27. L’assessore alla salute Stefania Saccardi (Pd) invece risponde: «Cgil lamenta la chiusura dei punti nascita, ma sono un punto d’orgoglio della Toscana. Chiede l’aumento dei posti letto negli ospedali e l’aumento delle case della salute, ma le seconde servono proprio a contenere l’aumento dei ricoveri. Per le liste d’attesa, invece, o si coinvolge il privato sociale o si fanno lavorare i dipendenti Asl di notte e la domenica: che decida la Cgil. E quando facemmo la riforma Cgil firmò un accordo sui lavoratori, senza protestare. Questa rivolta ha più a vedere con la politica che con la sanità». Dalla Cgil prende le distanze la Cisl Toscana, che diserterà il presidio di martedì: lo giudica insensato visto che «la Regione, all’indomani di un documento unitario firmato da Cgil, Cisl e Uil, ha aperto un confronto proprio su questi temi».