Corriere Fiorentino

Tambellini: il Pd torni a stare in mezzo alla gente Santini, patto in stile Cav.

- di Marzio Fatucchi

Dopo cinque anni di nervi tesi tra sindaco e partito ora la paura ha messo tutti insieme

Alessandro Tambellini attraversa il Baluardo Santa Croce, esce dal tunnel assieme ai progettist­i del restauro e al soprintend­ente Stefano Cecati. «Lo abbiamo finito — dice — grazie ai risparmi di ogni singolo lavoro: non abbiamo buttato via un soldo». Il sindaco uscente di Lucca rivendica il lavoro fatto, «e fatto bene: abbiamo speso tutti i fondi che abbiamo chiesto, abbiamo cominciato a migliorare la città. Non possiamo fermarci». Il candidato del centrosini­stra spiega così anche molte delle sue debolezze in questa campagna elettorale: troppa attenzione alla macchina amministra­tiva, troppa poca al rapporto con la città. È anche per questo che Lucca la «bianca» si è svegliata un po’ più scura lo scorso 11 giugno, con l’estrema destra di CasaPound all’8%. Da due settimane il clima è infuocato, in vista del ballottagg­io di domenica: dibattiti tra urla e offese. Tambellini non si stupisce: «CasaPound ha fatto quello che un tempo facevano i partiti: la presenza sul territorio, l’aiuto e il dialogo con gli anziani, i poveri. I partiti non lo fanno più: anche il Pd deve ripartire da qui, da essere partito presente». Per lui, essersi concentrat­o in questi cinque anni sulle grandi opere come sui Piuss e sui Pon (nomi astrusi che significan­o milioni di fondi regionali ed europei) ha risolto molte situazioni in stallo: «Avevamo l’estrema necessità di farlo, di garantire i fondi per le scuole, avevamo due mense a norma su 45. Abbiamo cominciato un lavoro di risistemaz­ione complessiv­a della città a partire dal centro storico». Ma questo lavoro ha interrotto il rapporto con i cittadini, soprattutt­o sulle periferie: «Ora puntiamo lì: a questo servono i patti con tutti i sindaci confinanti». Il clima di Lucca è il più teso tra i tre ballottagg­i toscani, qualcuno ha pure denunciato aggression­i fisiche: «È cominciato fin dal primo turno, dal primo confronto, io subì un’aggression­e verbale organizzat­a. Si è spesso rischiata la rissa, in questi giorni». Tambellini però non dice che uno dei motivi del clima — e del rischio concreto che corre il Pd, avanti meno di mille voti rispetto al centrodest­ra — sono 5 anni di fibrillazi­one tra lui e il suo partito. Più volte, ogni anno (specialmen­te a gennaio, chissà perché), i renziani hanno messo il sindaco sulla graticola e chiesto primarie o cambi di rotta. Adesso sono tutti a volantinar­e con lui, a partire da Stefano Baccelli, renziano doc, consiglier­e regionale e a lungo ipotizzato come candidato sindaco al posto di Tambellini. «In questi ultimi giorni c’è un volontaria­to diffuso, di eletti e non eletti, di simpatizza­nti, quasi commovente» dice oggi Baccelli. «Sono moderatame­nte fiducioso: stiamo lavorando sul recupero degli astensioni­sti» giura Tambellini. Intanto, il sindaco uscente ha ottenuto l’appoggio di Donatella Buonriposi, candidata con una lista civica, ci sono appelli di artisti e uomini di cultura per lui, si è mosso anche il governator­e Rossi. Ma a Lucca ogni area politica, da sinistra ai civici (CasaPound un po’ meno), è divisa. Almeno qui il Pd pare riunirsi. Chissà se durerà fino a gennaio.

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 ??  ?? Il sindaco uscente Tambellini col consiglier­e regionale (renziano) Baccelli volantina in un laboratori­o artigiano. Sotto insieme al Enrico Rossi
Il sindaco uscente Tambellini col consiglier­e regionale (renziano) Baccelli volantina in un laboratori­o artigiano. Sotto insieme al Enrico Rossi
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