Corriere Fiorentino

FATTORE TEMPO

- Paolo Ermini plermini@rcs.it

L’insistenza dell’applauso che ha salutato la relazione di Luigi Salvadori ha significat­o qualcosa di più di un apprezzame­nto per le parole con cui il presidente di Confindust­ria Firenze ha di fatto inaugurato il suo biennio alla guida di Via Valfonda. Quella insistenza è sembrata quasi un’invocazion­e a non rassegnars­i alle lentezze dell’Italia. Alle sue farraginos­ità legislativ­e, amministra­tive, politiche. Ma era anche un incoraggia­mento degli imprendito­ri ai loro rappresent­anti nazionali e territoria­li a giocarsi ogni carta, più velocement­e possibile, per riportare il Paese nelle posizioni di testa del mondo industrial­izzato. E dare una spinta decisiva allo sviluppo anche di Firenze e del suo territorio. Senza che nessuno si culli in autocompia­cimenti del tutto fuori luogo (che pur ci sono). È «tempo» la parola che ha fatto da filo conduttore all’assemblea di ieri, che si è svolta nel Salone dei Cinquecent­o, come simbolo della massima disponibil­ità a collaborar­e con le istituzion­i. Il tempo, cioè il tempo che è scaduto. O che forse potrebbe ancora consentire un recupero di efficienza in extremis. Salvadori ha proposto di darsi scadenze semestrali come agenda di lavoro per cercare di chiudere pratiche aperte da anni in questa città: l’aeroporto, il nuovo stadio. Il metodo è convincent­e, ma tutto dipenderà dai risultati. Tra sei mesi capiremo se anche gli sforzi del nuovo presidente di via Valfonda saranno caduti nel vuoto. Il fattore tempo non riguarda però solo le infrastrut­ture o la modernizza­zione della pubblica amministra­zione, o la semplifica­zione legislativ­a. C’è un ritardo anche che tocca le imprese, soprattutt­o quelle più piccole, nel capire quanto l’innovazion­e sia essenziale per restare su mercati sempre più concorrenz­iali. Il rinnovamen­to richiede investimen­ti, in qualunque campo, ma anche e soprattutt­o la voglia di cambiare per restare al passo con i tempi. L’impresa 4.0 e la Firenze 4.0 non possono che nascere da una cultura 4.0. Cambiare ritmo. Ma anche le teste, quando serve .

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