Corriere Fiorentino

Caccia al piromane: 30 incendi in 4 giorni

Due anni fa la strage di pesci, ora idrovore subito in azione. «Quante alghe, acqua già troppo calda»

- Giulia Maestrini

ROCCASTRAD­A (GROSSETO) A Montemassi dopo l’incendio sono spuntati gli inneschi. È partita così la caccia al piromane in Maremma.

«Nel 2017 non si può avere paura del vento». Pier Luigi Piro, presidente del Consorzio dei pescatori di Orbetello, guarda preoccupat­o la laguna. Oggi le acque sono blu, limpide e placide per la gioia dei tanti turisti già arrivati in quest’angolo di Argentario che fanno presagire una grande stagione; ma l’equilibrio lagunare è come una bolla di cristallo, splendida e fragilissi­ma. Il vento che fa paura è quello che viene da sud, da est: sono lo scirocco e il libeccio i venti «cattivi» per la gente di mare, quelli che insabbiano il fondale, bloccano l’ossigenazi­one delle acque, mettono a rischio l’intero sistema.

E poi c’è il grande caldo, già arrivato. A Orbetello il dramma ambientale del 2015 — quanto l’anossia delle acque mandò al macero 1300 quintali di pesce e fece strage degli «avannotti», mettendo in ginocchio anche la pesca dell’anno successivo — ancora brucia sulla pelle. Da allora, il piano di emergenza è partito: la Regione ha investito circa 1,1 milioni di euro l’anno, più altri 300 mila per il monitoragg­io continuo. Da metà maggio si lavora senza sosta: le idrovore collocate sui tre canali di accesso pompano acqua fresca dal mare, lo sgrigliato­re installato ad Ansedonia va a pieno regime per bloccare le alghe, finalmente naviga anche il terzo battello – rimasto fermo in cantiere tre anni per un guasto al motore – che si è unito agli altri due per raccoglier­e le alghe e ossigenare l’acqua. E pochi giorni fa l’innalzamen­to della laguna. «Il sistema è di per sé fragilissi­mo e ci sono esigenze e interessi diversi, tra avifauna e pesca, che devono collimare con questa dinamica naturalist­ica: la gestione non è un manuale standard da applicare» spiega l’assessore regionale Federica Fratoni.

Secondo i tecnici del Wwf negli ultimi 4 anni si sono accumulate sui fondali 500 tonnellate di alghe, una delle cause dell’anossia nell’acqua. «In poco più di un mese — spiega il sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti — ne abbiamo eliminate 170 tonnellate, raccolte nel bacino lagunare o bloccate dallo sgrigliato­re». Intanto si lavora su un altro fronte: attrezzare una sorta di «area rifugio» dal caldo per i pesci. «È un’estate precoce — spiega Piro — a giugno l’acqua ha già una temperatur­a di 29 gradi, ad agosto potrebbe superare i 33. Se non saremo pronti, sarà una morte annunciata».

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Una montagnola delle alghe raccolte finora nella laguna di Orbetello

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