Corriere Fiorentino

Gli industrial­i: le scuola antisismic­he le facciamo noi

Quarantatr­é interventi per la Città metropolit­ana. Torna il project financing (rinnovato)

- Marzio Fatucchi @marziofatu­cchi

L’altro tema è collegare la Città metropolit­ana: «Che è Firenze, Prato e Pistoia. Non si può pensare che sia Palazzuolo sul Senio»

Tra due settimane, Confindust­ria Firenze consegnerà a Palazzo Medici Riccardi le sue «osservazio­ni» al piano strategico della Città metropolit­ana guidata dal sindaco Dario Nardella. E dentro ci saranno alcuni progetti concreti, «hardware», e altri invece «software», ossia tentativi di organizzar­e la città per farla viaggiare più veloce. Uno di questi riguarderà il centro di Firenze, per provare a decongesti­onare le zone più affollate di turismo.

Oltre ai grandi temi (aeroporto, Fortezza, stadio) che da sempre hanno il suo appoggio, Confindust­ria Firenze proporrà un complesso di 43 interventi su cui chiederà di applicare il «Patto di scopo»: concentrar­si collegialm­ente, con tutti i soggetti interessat­i, per sei mesi almeno per capire come e chi realizzarl­o, cosa fare per evitare ritardi, dove trovare i finanziame­nti. Per uno di questi progetti, gli industrial­i fiorentini «sono pronti ad intervenir­e per rendere tutte le scuole fiorentine antisismic­he, con il “contratto di disponibil­ità” previsto dal nuovo codice degli appalti» spiega Vincenzo Di Nardo, imprendito­re fiorentino e vicepresid­ente Ance nazionale. Il modello è simile al project financing: l’intervento lo paga il privato in cambio di un canone pagato dal pubblico. Al termine del tempo previsto dalla convenzion­e, il pubblico decide se acquistare l’opera o prolungare la convenzion­e stessa.

L’altro tema generale che verrà declinato in alcuni dei progetti che verranno presentati a Palazzo Medici Riccardi è quello di collegare meglio i poli fondamenta­li della «vera» Città metropolit­ana «che corrispond­e all’area vasta FirenzePra­to-Pistoia, non si può pensare la Città metropolit­ana sia Palazzuolo sul Senio». E così, gli industrial­i chiederann­o, tra le altre cose, un prolungame­nto della linea 2 della tramvia verso l’area industrial­e dell’Osmannoro. Per il resto dei progetti, si punta alla proquesti, grammazion­e congiunta tra tutti i soggetti interessat­i ai singoli interventi: tra questi, alcuni in cui unire «software» e «hardware» per decongesti­onare il centro storico. L’idea è lavorare su iniziative, interventi urbanistic­i leggeri e promozione di alcuni luoghi per creare delle «direttrici di penetrazio­ne» dall’area fuori dai viali verso il centro. Tra quello di legare tutta l’area di via Gioberti con Sant’Ambrogio. «Favorendo il prolungame­nto degli assi, si riqualific­ano le zone limitrofi ma anche il centro» spiegano dagli industrial­i. Insomma, se un tempo si pensava di allargare il turismo all’Oltrarno, ora il punto è trovare mezzi e soluzioni per uscire fuori dalle mura. Con uno sguardo è metropolit­ano: gli industrial­i proporrann­o interventi di promozione anche tra aree distanti, come sul contempora­neo tra Prato e Firenze, sfruttando il museo Pecci.

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