Quei mitici piatti d’argento per la festa del 24 giugno
C’è stato un tempo in cui il 24 giugno Casa Medici veniva celebrata con i piatti di San Giovanni, splendidi trionfi di oreficeria barocca che, seguendo il destino di molta parte del tesoro mediceo, sono andati perduti. Con la mostra Omaggio al Granduca. Memorie dei piatti d’argento per la festa di San Giovanni le Gallerie degli Uffizi, mettono in luce un episodio poco noto dell’oreficeria italiana tra Sei e Settecento, attraverso l’esposizione di 58 calchi in gesso dei bacili d’argento donati, prima a Cosimo III e poi al figlio Gian Gastone, tra il 1680 e il 1737, per volontà testamentaria del Cardinal Lazzaro Pallavicini. I piatti di San Giovanni rappresentavano una celebrazione di Casa Medici, riconoscendone e testimoniandone i grandi meriti nel governo della Toscana, attraverso il ricorso a figurazioni che riconducono sia valori eterni che fatti contingenti, figurazioni allegoriche che rispondono ai più noti repertori di iconologia, così come avvenimenti che raccontano la storia medicea. Si tratta di un «pallido riflesso dei trionfi di oreficeria barocca, che sono andati perduti», ha detto Maria Sframeli, curatrice della mostra insieme a Rita Balleri, ma di cui sarebbe svanito anche il ricordo se la Manifattura Ginori di Doccia non avesse realizzato, tra il 1746 e il 1748 le forme in gesso Palazzo Pitti, uno dei piatti tratte dagli originali in argento. Da queste sono derivati i calchi esposti nelle quattro sale del Tesoro dei Granduchi di Palazzo Pitti, da oggi fino al 24 settembre. «La mostra – ha detto il direttore Eike Schmidt – è di fondamentale importanza, non solo per la storia dell’arte, ma per le famiglie fiorentine e toscane, che dovrebbero portare i figli ad imparare, attraverso le scene più importanti della storia medicea, un pezzo di storia di Firenze».