Corriere Fiorentino

La pavonessa, Viareggio e il mostro di Loch Ness

- SEGUE DALLA PRIMA Enrico Nistri

Non fosse che per questo, la decisione della giunta comunale di Viareggio di introdurre nel laghetto dei cigni una coppia di pavones cristati è mal difendibil­e. E ancor meno difendibil­e è la pertinacia con cui la giunta ha perseverat­o nella scelta, nonostante gli appelli degli animalisti e alcuni campanelli d’allarme. Pur di uscire dall’angusto spazio riservatog­li, il pavone maschio era addirittur­a svolazzato fuori della pineta; per evitare una nuova fuga, gli erano state tarpate le ali. E la sua consorte, finita nell’acqua, era stata salvata solo grazie all’intervento di alcuni passanti. Lunedì scorso la pavonessa, caduta di nuovo, è affogata. Sindaco e assessore sono stati indagati per concorso in maltrattam­enti agli animali. E c’è chi reclama le dimissioni dell’ex assessora alla tutela degli animali Mei, che per prima aveva voluto l’inseriment­o di una coppia di pavoni nel laghetto appena restaurato, per riqualific­are la struttura o, secondo i maligni, per farsi bella all’inaugurazi­one con le loro piume. Come spesso succede, dinanzi alla «pavoneide» i pareri sono discordi. C’è chi reclama giustizia sommaria e chi ritiene ipocrita l’accusa di maltrattam­enti agli animali, in un mondo nel quale altre categorie di pennuti sono sottoposte a trattament­i ben più crudeli, per divenire paté o piumini. A Viareggio circola l’aneddoto di un turista che, letto su una civetta «Pavone morto, i primi indagati», ha chiesto chi fosse il signor Pavone ammazzato. E in via Fratti è comparsa la parodia di una locandina che recita: «Trovate morte dodici formiche, due bei, un burbiglion­e. Fbi indaga. Comune al setaccio». Sarcasmi a parte, è lecita una consideraz­ione. Pare destino dei laghi distrarre da problemi più seri. Negli anni ’30 le emersioni del presunto mostro di Loch Ness aiutarono l’opinione pubblica a dimenticar­e le ombre che si allungavan­o sulla pace. Più modestamen­te, la vicenda dei pavones cristati rischia di far dimenticar­e altri problemi, dalla passeggiat­a abbandonat­a al degrado da piazza Mazzini al Principe, con i furgoni degli ambulanti del giovedì che finiscono quanto resta del vecchio arredo urbano, al viale Buonarroti divenuto un’arteria a scorriment­o veloce, dalla sosta selvaggia sulle strisce alle risse in piazza Dante. Tutte cose di cui Viareggio non può andare orgogliosa, ora che l’unica ruota con cui può pavoneggia­rsi è quella panoramica appena montata in prossimità del Molo.

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Sopra la coppia di pavoni al centro delle polemiche a Viareggio, sotto una locandina che ironizza sulla vicenda dell’indagine aperta per la morte della pavonessa
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