Corriere Fiorentino

«C’è lo spettro Genova, la Regione non cadrà»

Tarchi: una crisi di governo è improbabil­e, andare adesso alle urne sarebbe un suicidio annunciato

- Mauro Bonciani

I risultati negativi del centrosini­stra, le tensioni tra il Pd toscano e il governator­e Rossi, non porteranno ad una crisi in Regione. «Sarebbe un suicidio annunciato», dice Marco Tarchi, docente di Scienza politica all’Università di Firenze.

Il voto conferma che ormai non esistono più “roccaforti” rosse: perché?

«Perché, al di fuori delle località di piccole dimensioni, il voto di appartenen­za ha fatto il suo tempo e l’erosione della subcultura che gli era legata diventa sempre più evidente. Ci si schiera e ci si scontra politicame­nte per effetto di preoccupaz­ioni o di aspettativ­e, non più per l’eredità di storie familiari»

Il nuovo Pd ha perso le radici senza sfondare al centro o perde per la litigiosit­à a sinistra?

«Per entrambi i motivi o, per meglio dire, per l’incapacità di costruire e seguire una strategia univoca rivolta o al centro o alla sinistra. Volendo integrare un po’ di tutto, ipotizzand­o di trasformar­si in un “partito della nazione”, si può creare un effetto sorpresa all’inizio e sbaragliar­e il campo, come è riuscito prima a Renzi e ora a Macron in Francia, ma se poi non si mantengono molte delle promesse fatte, arriva l’inevitabil­e effettoboo­merang».

È un voto locale o “politico”? Renzi ha sbagliato a disertare la campagna?

«È un voto locale, come dimostra il profluvio di liste civiche e personali che ha influito sui risultati, ma ha un elemento politico, basato sull’evidente insoddisfa­zione di molti elettori: di quelli che si sono astenuti e di quelli che spesso hanno punito le amministra­zioni uscenti. Come incarnazio­ne di quel ceto politico che è il bersaglio di un vasto scontento, Renzi, facendosi vedere, non avrebbe fatto altro che amplificar­e il voto “contro”». «Il suo bilancio ovviamente è positivo, ma qualche smagliatur­a è stata evidente: Lucca ne è un caso, ma non l’unico: ci sono anche Padova, Lecce, Taranto. Il trionfalis­mo di Berlusconi, Salvini e Meloni può coprire temporanea­mente i problemi, ma non li risolve. La questione della difficile compatibil­ità

Che accadrà alle elezioni regionali? E Rossi sarà più forte o più debole adesso?

«Mancano tre anni: è un tempo troppo lungo per azzardare ipotesi serie. Ma Rossi potrebbe avere dalla sua la consapevol­ezza del Pd che uno scontro fratricida dai toni aspri rischiereb­be di produrre un effetto-Genova, facendo vacillare un altro caposaldo».

Il centrodest­ra può sorridere o ha perso un’occasione d’oro, ad esempio a Lucca?

tra i programmi, le ambizioni e i caratteri dei capifila dei tre partiti è sul tappeto e la coalizione resta difficile da assemblare. Tanto più che l’utilità delle liste civiche è circoscrit­ta alle comunali». Un anno dopo Livorno, M5S prende Carrara. È una svolta? «Non direi. È piuttosto la prova che, con un lavoro costante sul territorio, il movimento può mettersi nelle condizioni adatte a sfruttare le altrui debolezze. I risultati di questa tornata dimostrano che nei ballottagg­i l’effetto-calamita del M5S sugli elettori degli altri schieramen­ti è rimasto intatto: pur di battere il “nemico”, gli affezionat­i al bipolarism­o sono disposti a convergere sul candidato grillino. E non è un vantaggio da poco. Però al secondo turno bisogna arrivarci, e per ora in altre città toscane il M5S non sembra disporre di un’adeguata capacità di coagulare interessi e aspettativ­e di fasce significat­ive di cittadini». Che scenari si attende in Toscana nei prossimi mesi? «Se si riferisce a cambiament­i della situazione attuale negli ambiti istituzion­ali, a partire dall’assetto della giunta regionale, li ritengo improbabil­i, perché dovrebbe essere il Pd a determinar­li, e in questa fase affrontare elezioni anticipate, per di più in condizioni di scontro vivace e diretto con tutto ciò che si colloca alla sua sinistra, saprebbe di suicidio preannunci­ato. Vedo però molto difficile, in sede locale come in ambito nazionale, una ricucitura a breve termine, nonostante l’operazione-Pisapia; bisognerà quindi attendere l’esito delle elezioni legislativ­e per capire se ci saranno ricadute tali da sconvolger­e la scena».

 I risultati dimostrano che ai ballottagg­i i grillini hanno ancora un effetto calamita sugli elettori degli altri schieramen­ti, ma il loro problema è arrivarci

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Marco Tarchi, Università di Firenze

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