Che guerriglia fra Rossi e il Pd E la Regione va al rallenty
Dopo la scissione, pochi atti della giunta in Consiglio e rapporti freddi con il governo Gentiloni
Veti e controveti tra il Pd e il governatore scissionista: in Regione lo stallo politico diventa anche amministrativo, con il governo della Toscana che procede al rallenty. A far precipitare le cose, l’addio al Pd di Rossi e la batosta degli stessi dem alle amministrative.
Veti e controveti tra il Pd e il governatore scissionista: in Regione lo stallo politico diventa anche amministrativo, con il governo della Toscana al rallenty. Enrico Rossi ha mollato i Democratici lo scorso 20 febbraio, per accasarsi in Mdp con Bersani e D’Alema. Già allora le cose non andavano benissimo, visto che in Consiglio regionale c’era (e c’è) una bulgara maggioranza renziana e Rossi era in campo contro Renzi per tentare di strappargli la segreteria alle primarie. Ma dopo l’addio al Pd del governatore, a metà febbraio, tutto è precipitato. In aula, dove 23 consiglieri Pd su 40 sono fedeli all’ex premier, dalla giunta arrivano davvero pochi provvedimenti da approvare, in particolare quelli che rischierebbero di essere bocciati, aprendo una crisi difficilmente governabile. Rossi, insomma, può contare sull’appoggio di una sola consigliera (Serena Spinelli) e politicamente nessun assessore della sua giunta, neanche i fedelissimi Vittorio Bugli e Vincenzo Ceccarelli, l’ha seguito in Mdp. Un’agibilità politica ridotta ai minimi termini. Tanto che, solo per fare un esempio, a marzo, erano stati gli stessi assessori Saccardi, Remaschi, Fratoni e Ciuoffo a bocciare la nomina di Giuliano Gallanti, ex numero uno dell’Autorità portuale di Livorno, che il governatore voleva come consulente sulle politiche portuali e marittime. Rossi, almeno a consultare l’archivio on line del Consiglio regionale, non interviene in aula dal 14 dicembre. Il passaggio del governatore a Mdp ha inoltre danneggiato notevolmente il rapporto con il governo nazionale, riducendo, ad esempio, il peso politico sulle infrastrutture. Il progetto per la Tirrenica — opera chiave per la costa, che sembrava ad una svolta dopo oltre 30 anni — è Sopra: la seduta del Consiglio regionale di ieri, con i banchi della giunta semivuoti. Assente, ancora una volta, anche il governatore Rossi, volato a Bruxelles stato di fatto congelato dal ministro Delrio, così come sta procedendo a rilento il progetto per la Darsena Europa a Livorno. Mentre di certo la Regione non sta spingendo per favorire lo sblocco del termovalorizzatore della Piana.
«In questa fase è interesse generale che non si rompano i rapporti nel governo della Toscana — riflette Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale — Però è oggettivo che l’aula si sta assumendo delle responsabilità che in condizioni ordinarie non avrebbe assunto. È indubbio che Rossi si stia concentrando molto di più sulla querelle politica del centrosinistra che sui problemi della Toscana». C’è il rischio di una sfiducia? «Sono convinto che anche per lui le cose si assesteranno — aggiunge Giani, fedelissimo renziano — Se vuole rimanere al suo posto sarà lui stesso ad assicurare una maggiore presenza. Quello che però dà fastidio sono le dichiarazioni cattive contro Renzi, che non hanno senso. E a fronte di una mancata lealtà diventa tutto più difficile», visto che il leader Pd è finito al centro di un fuoco di fila dopo i negativi risultati di queste amministrative. Di paralisi di governo non vuole però sentir parlare Serena Spinelli, l’unica consigliera che ha seguito Rossi fuori dal Pd: «Non vedo veti e controveti all’interno della nostra maggioranza: in commissione stanno procedendo secondo i tempi molte leggi — spiega — Presto porteremo a termine anche la riforma sanitaria con il governo clinico, cioè il provvedimento che riorganizza la sanità in termine di procedure». E poi: «Abbiamo scritto il testo unico sulla disabilità e stiamo lavorando sull’edilizia residenziale pubblica — aggiunge la consigliere della sinistra — Io tutto questo rallentamento non lo vedo. Sulla Tirrenica c’è stato uno stop? Bisogna chiedere al ministro Delrio. Rischio sfiducia per Rossi? Faremo un’attenta riflessione. Queste sono giornate particolarmente intense: la sinistra ha perso importanti città della Toscana. Ma all’orizzonte non vedo un problema di sfiducia».
Giani (Pd) Se il governatore vuole rimanere al suo posto, dovrà garantire una maggiore presenza Spinelli (Mdp) Nessun problema in maggioranza, si lavora Sono giorni intensi per le sconfitte elettorali