Pistoia, l’esordio di Tomasi «Grande evento sulla cultura»
Primo giorno in Comune (ma ancora senza fascia) e uno staff di giovanissimi. Si dimette il segretario Pd
Primo giorno da sindaco per Alessandro Tomasi, che ha strappato Pistoia alla sinistra. «Il primo atto? Vorrei organizzare un grande evento per rilanciare Pistoia capitale della cultura».
Non c’è un grammo di imbarazzo nel gesto con cui Alessandro Tomasi siede alla nuova scrivania, alle 12 di un martedì di giugno che il primo sindaco di destra della storia repubblicana di Pistoia ricorderà a lungo. È il giorno dell’ufficialità, la commissione elettorale lo ha proclamato sindaco. Lui sorride calmo, a suo agio nel palazzo che conosce già a menadito. Tutti lo conoscono, anche perché Tomasi nella vita precedente all’elezione faceva il fornaio in centro. «Stiamo pensando ad un grande evento per rilanciare le iniziative sulla capitale della cultura», anticipa nell’atrio prima di salire al piano e mettere la prima firma da sindaco su un atto ufficiale, una lettera di rinvio per un appuntamento. La fascia tricolore ancora non c’è, ma per la forma ci sarà tempo. Ora si bada alla sostanza, anche se il cambio della guardia è fantasma, avvenuto senza che i due contendenti della sfida elettorale si incrociassero mai fisicamente. Samuele Bertinelli (Pd) ha già fatto portare via i suoi effetti personali in due scatoloni il giorno prima. Sono passati a prenderli due collaboratori nel silenzio del palazzo di Giano, mentre a poche decine di metri si festeggiava l’inattesa «svolta storica». Il silenzio di Bertinelli viene interrotto solamente col suo successore, che attorno alle 10.30 lo chiama al telefono. Passano venti minuti al cellulare: Tomasi chiede lumi su alcune questioni di carattere organizzativo. La prima preoccupazione è l’imminente Giostra dell’Orso, il torneo che mette a confronto i 4 rioni cittadini che sta vivendo un periodo di complicata sopravvivenza per motivi economici. Tomasi racconterà poi di un tono conciliante e disteso. Poco dopo è già il momento di essere accolto dai dipendenti e dirigenti, alcuni dei quali sono visibilmente contenti dell’arrivo di un nuovo inquilino a Palazzo di Giano. (Bertinelli infatti si scontrò da subito con alcuni dirigenti, uno scontro che ha avuto anche un risvolto giudiziario con l’apertura di un’inchiesta). Il vincitore è circondato dai fedelissimi, quelli che l’hanno accompagnato in questo viaggio: una squadra di under 30, che ha dedicato gli ultimi due mesi a riunioni, viaggi nelle frazioni, serate di distribuzione di volantini, organizzazione di incontri. Due passi dietro Tomasi cammina sempre Cecilia Mori, 25 anni, laureanda in giurisprudenza, amica di famiglia del nuovo sindaco che ha cementato i rapporti politici con lui ai tempi della fanzine ( e dell’associazione) di destra «Sur le Murs» fondata nel 2006. Poi ci sono Alessandro Capecchi — che sfidò Renzo Berti soccombendo al ballottaggio del 2007 — e il giovane Lorenzo Galigani (Fdi), eletto in Consiglio, con cui al momento del saluto scappa spesso qualche stretta di polso figlia del comune background. È questo il nucleo originale del gruppo arrivato sino a palazzo di Giano, la base su cui Tomasi fa affidamento a prescindere dalle difficilissime scelte riguardanti la squadra di governo, che dovranno coinvolgere anche politici di aree culturali lontane dalla storia di Tomasi, come ad esempio la Lega Nord. Fanno parte della squadra allargata anche gli operosi della lista civica «Pistoia concreta», trainati da Emanuele Gelli (che arriva dal mondo del volontariato, dall’Avis) e dall’aiuto regista Benedetta Menichelli. Altre due giovanissime vengono dal gruppo di Tomasi all’epoca del liceo Classico: le venticinquenni Federica Betti e Giulia Righetti, che si è occupata dei rapporti con la stampa. Nel frattempo, nel centrosinistra la resa dei conti fa cadere la prima testa: a due giorni dalla sconfitta elettorale, il segretariato dell’Unione Comunale di Pd Alessandro Giovannelli, vicino a Bertinelli, si è dimesso.