Da tre anni sognavo di ridare vita a «I giocatori di carte»
I giocatori di carte di Bartolomeo Manfredi saranno restaurati fin dove possibile, perché i segni delle bomba resteranno a ricordare quanto è accaduto e quanto c’era prima ai Georgofili. Memoria di arte e di stragi. Giustapposte se è vero che tra dieci mesi vedremo un quadro in cui, a quanto rimasto integro, saranno accostati i tasselli di colore oggi spezzettati, nelle esatte posizioni dove si trovavano prima. La restauratrice lavorerà con Emiliano Vatteroni, uno che con Photoshop fa miracoli, per ingrandire le foto dei tasselli spezzati fino a rendere visibili ai suoi occhi le loro crettature (e cioè quelle linee, quelle spaccature o montagnole, che il colore, nell’assestarsi sulla tela, ha visto formarsi). Queste crettature confrontate con quelle visibili nella foto della tela prima della strage — anche questa ingrandita — le consentiranno di trovare i punti di congiunzione e di ricostruire la tramatura originale della materia pittorica. Qualcosa del genere lei ha già simulato nella foto che vedete sopra. Ha riconosciuto in due frammenti, una carta, il sei di fiori, e il cappello di un personaggio, e li ha virtualmente riposti al loro posto, dove vedete la tela cerchiata di rosso. Poi si tratterà di stuccare e decidere dove aggiungere colore e dove lasciare il fondo monocrono. A quel punto il quadro potrà tornare al suo posto.
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