Viareggio, il corteo dopo il verdetto
Il ministro Delrio: la strage andava evitata. I famigliari: poteva venire
«Le nostre vite valgono più dei loro profitti»: così uno striscione esposto ieri sera dai familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009 in cui persero la vita 32 persone, durante il corteo in via Ponchielli per ricordare l’ottavo anniversario di quella notte. Il primo, dopo la sentenza per il processo di primo grado pronunciata lo scorso 31 gennaio da dal Tribunale di Lucca, che ha condannato, tra gli altri, a 7 anni di reclusione Mauro Moretti, al tempo Ad di Ferrovie. Processo, questo, sul quale grava la prescrizione per i reati di incendio e lesioni colpose. Alla cerimonia di ieri, cui hanno partecipato come ogni anno migliaia persone, era stato invitato anche il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che pur non partecipando ha inviato una lettera: «Il trasporto ferroviario — ha scritto Delrio — , sia di persone che di merci deve rappresentare una risposta evoluta alle esigenze di mobilità dell’Italia, ma diventa un mostro quando si tramuta in tragedie come queste. Tragedie che potevano e debbono essere evitate e che ci portano ogni giorno a misure di rafforzamento della sicurezza, per i passeggeri e per le città attraversate. Tragedie che attendono il compimento della giustizia che deve essere piena come tutti, io con voi, auspichiamo». Da una parte dunque il riconoscimento del Governo di come otto anni fa non sia stata una fatalità, ma il frutto responsabilità precise; dall’altra, un segno di riavvicinamento ai parenti delle vittime dopo che lo stesso Delrio, nel commentare le richieste di condanna dell’accusa al processo — prima dunque della sentenza — aveva parlato di «richiesta sproporzionata per Moretti» (16 anni, ndr), suscitando l’ira dei familiari. «Parole importanti — ha riconosciuto ieri Marco Piagentini, presidente dell’associazione “Il Mondo che vorrei” e simbolo dei famigliari con Daniela Rombi — quelle del ministro, ma appunto parole: poteva essere qua e ha scelto di non esserci, ma ha comunque aperto una porta. Adesso aspettiamo che ci convochi spiegandoci cosa è stato fatto in questi anni per la sicurezza, soprattutto dopo la sentenza». Tra le autorità in corteo anche il neosindaco di Carrara, il grillino Francesco De Pasquale al fianco delle associazioni di familiari di vittime di altri stragi e tanti comuni cittadini.