«Un inizio super, poi lasciati a noi stessi Ma resto online»
Sono anni che l’orafo artigiano Paolo Penko si destreggia tra i social per promuovere le sue creazioni: «Con la piattaforma di Amazon “Made in Italy” inizialmente il lavoro è andato bene ma dopo alcuni mesi ci siamo resi conto che quel progetto si stava spegnendo a causa della mancanza di investimenti e pubblicità. Siamo stati lasciati a noi stessi, ci hanno completamente abbandonati». Penko, che nei primi mesi dal lancio del portale riusciva a vendere anche 4 o 5 creazioni al giorno, ora si è attestato sulle 4 o 5 al mese, e il motivo è che «quella visibilità che ci era stata data e assicurata due anni fa è andata a morire. Io ci ho creduto ma ora c’è solo delusione e amarezza anche perché nella vetrina abbiamo investito denaro». L’orafo fiorentino dice che «anche altri artigiani sono nella stessa situazione. Alcuni hanno deciso di lasciare “Made in Italy” e altri con quel po’ che guadagnano ci pagano l’iscrizione per accedere ad altri Paesi del mondo». Penko, che lascia gestire tutto ciò che riguarda il web al figlio Alessandro, ammette di aver organizzato anche alcune campagne per il click, «ma anche quelle non hanno dato risultati significativi. Ho provato ad avere un confronto con Amazon ma ho avuto grandi difficoltà». Il noto artigiano dell’oreficeria però non demorde: «Ci stiamo rivolgendo ad altri progetti: non possiamo rimanere appesi a “Made in Italy”».
Sono deluso anche perché avevamo investito denaro nella vetrina della piattaforma Ho chiesto un confronto ma non è stato possibile