Corriere Fiorentino

Nel centro di Prato c’è un imam che divide (e la polizia controlla)

- Giorgio Bernardini

«La moschea di vicolo Gherardacc­io è l’unica con cui abbiamo problemi di dialogo». Il vicesindac­o di Prato Simone Faggi tratteggia con queste parole il luogo di culto più controvers­o del centro storico. Uno stanzone incastonat­o in un vicolo nel cuore pulsante di Prato, a pochi metri dal Duomo e dal teatro Metastasio. Un centro di preghiera islamico frequentat­o soprattutt­o da cittadini maghrebini, guidato da un anziano imam da quasi 15 anni.

Sarebbero lui e la sua interpreta­zione di stretta osservanza del Corano ad aver prodotto, negli ultimi mesi, una scissione tra i frequentat­ori del centro. Un giovane fedele ha raccolto intorno a sé gli scontenti, quelli che paiono essere i «progressis­ti» rispetto al culto: ha costituito un’associazio­ne con un nome eloquente, «Speranza», attraverso cui ha prodotto documenti e denaro per acquistare un nuovo immobile in piazza del Mercato Nuovo, alle porte di Prato, nei pressi della stazione di Prato Porta al Serraglio. In vicolo Gherardacc­io nessuno vuole parlare delle reali cause di questa separazion­e, che vengono derubricat­e a «motivi di spazio». Tuttavia lo spazio di cui si parla è quello occupato dalle idee e dalle interpreta­zioni delle sacre scritture islamiche, se è vero che anche alcuni componenti delle comunità che frequentan­o le altre 3 «moschee» della città hanno collaborat­o alla costituzio­ne di un nuovo luogo di culto.

Sullo stanzone di vicolo Gherardacc­io le forze dell’ordine hanno messo gli occhi da tempo. La polizia ovviamente monitora e valuta, ma fino ad oggi non ci sono mai stati episodi che abbiano fatto alzare il livello di allarme. Entrambe le espulsioni operate dalla squadra anti-terrorismo del ministero dell’Interno a Prato negli scorsi anni, infatti, sono state eseguite nei confronti di soggetti che frequentan­o il luogo di culto di via Ferrara, uno stanzone dove si recano quasi esclusivam­ente pachistani, alla periferia sud della città. Si tratterebb­e tuttavia di «mele marcie e non di situazioni di emergenza sociale che riguardano un gruppo».

 Simone Faggi, vice sindaco Quella accanto al Duomo è l’unica comunità con cui abbiamo problemi di dialogo

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La moschea di via del Gherardacc­io dove nei mesi scorsi si è consumata una scissione tra i fedeli

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