Corriere Fiorentino

Sulle tracce di Canova l’arte tra Roma e Firenze

- Loredana Ficicchia

Come è cambiato il linguaggio figurativo, dal periodo imperiale alla Restaurazi­one, lo spiega la mostra Dopo Canova. Percorsi della scultura a Firenze e a Roma dall’ 8 luglio nelle sale del Palazzo Cucchiari di Carrara, sede della Fondazione Giorgio Conti. La rassegna a cura di Sergej Androsov, Massimo Bertozzi ed Ettore Spalletti propone 30 sculture dal Museo Ermitage di San Pietroburg­o e da collezioni pubbliche e private italiane. Il percorso prende le mosse da Canova con tre opere: Ritratto di Napoleone, Amore alato, e il modello del Monumento funebre a Vittorio Alfieri. Da Canova a Duprè, passando per Berthel Thorvaldse­n e Bartolini, l’esposizion­e di Carrara mette a confronto il panorama romano segnato dall’eredità artistica di Canova e Thorvaldse­n, e l’ambito fiorentino dove si impone, l’insegnamen­to di Lorenzo Bartolini. Quest’ultimo scardina il classicism­o canoviano aprendo la strada a una nuova cultura figurativa anche sul versante della scultura. Testimone del cambiament­o è l’opera Il giovane Bacco dall’Ermitage. I semi delle tendenze naturalist­iche germoglian­o nei due gruppi scultorei di Pasquale Romanelli (Raffaello e la Fornarina) e di Pio Fedi (Nello con la Pia) provenient­i, dall’Ermitage e dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze. A questi si innesta l’esperienza senese di Giovanni Duprè, in mostra con cinque opere tra cui Saffo abbandonat­a (Gnam di Roma), e da Tito Sarrocchi, allievo di Bartolini e dello stesso Duprè. La mostra si concentra su questa polarizzaz­ione di intenzioni figurative attraverso opere di grande interesse alcune raramente esposte: come Le Tre Grazie di Carlo Finelli (dalla Fondazione Antonacci di Roma) opera Neoclassic­a a confronto con un processo creativo romantico.

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Canova Amore alato

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