«Portiamo i turisti fuori, ma il passato non tornerà»
Il commercio che si trasforma, i residenti che scappano dal centro, le botteghe che scompaiono e il quadrilatero dell’arte affogato da locali di terz’ordine. È su questi temi che Confesercenti Firenze da tempo ha avviato una discussione per capire quali possano essere le soluzioni da prospettare all’amministrazione comunale e ai tanti associati che sempre più spesso tirano giù il bandone definitivamente. «Il turismo, per la nostra città, rappresenta un’industria primaria, ma se vogliamo accogliere numeri imponenti di visitatori, e magari aumentarli, bisogna pensare a un’economia strutturata e organizzata in modo coerente — afferma Santino Cannamela, presidente di Confesercenti Firenze — Dobbiamo riorganizzarci per non essere travolti e per evitare di mettere a repentaglio il patrimonio culturale che ci è stato lasciato. Più che mai, in questo momento abbiamo la necessità di gestire i flussi turistici e cominciare a selezionare la domanda. Altrimenti la città sarà letteralmente stravolta da questa». Per Cannamela l’unico modo per evitare che i residenti fuggano dal centro e che Firenze si snaturi è «allargare al massimo le aree di interesse turistico e favorire la fruizione e la frequentazione del nostro centro da parte dei fiorentini. Per questo non condividiamo tutti quei provvedimenti che non fanno altro che accelerare la completa “turisticizzazione” della città e delle sue attività». Dunque, per evitare il collasso, la rabbia dei residenti e ciò che è accaduto a Venezia, secondo Confesercenti, si devono ripensare il trasporto pubblico, i servizi, le infrastrutture e la promozione: «Ma pensare di riportare la residenza nell’area Unesco a quella che era 25 anni fa è praticamente impossibile. A questo aggiungiamo che molti fiorentini invece che abitare in centro preferiscono affittare le proprie case ai turisti».
Cannamela Molti fiorentini preferiscono affittare che abitare le proprie case Dobbiamo solo gestire i flussi