La gang dei vandali ragazzini
Tavarnuzze: stavano devastando l’asilo, presi dai carabinieri. Il nostro racconto in diretta
In quante occasioni, girando per le nostre strade, ci chiediamo perché? Una domanda rivolta ai soggetti più diversi: spesso a chi ci governa, o ci amministra, qualche volta anche alla nostra coscienza di cittadini. Da ieri abbiamo deciso di portare qualche «Perché?» sul nostro giornale. Solo domande. Poi, se verranno, daremo spazio alle risposte. I lettori possono inviare i loro perché a cronaca@corrierefiorentino.it
Oggi pubblichiamo la prima lettera che abbiamo ricevuto in redazione.
Era diventata la loro sala giochi quella scuola in stato di abbandono in mezzo al bosco. E si sentivano forse eroi di un videogame mentre spaccavano porte e finestre e urlavano come guerrieri impegnati in un combattimento all’ultimo respiro. Ma il gioco è durato solo pochi giorni. Lunedì il primo match, ieri l’ultimo. A fermare la «bravata» di un gruppo di cinque-sei ragazzini annoiati dopo la fine della scuola sono stati i carabinieri di Impruneta. Che ieri pomeriggio sono stati chiamati dai residenti della zona per quel rumore continuo di vetri rotti accompagnato da urla che sembravano di terrore. Due o tre sono riusciti a scappare, quattro li hanno sorpresi ancora dentro la scuola: due di loro hanno solo 11 anni, uno 14, l’altro 15. Albanesi di origine ma con la parlata toscana. Sulle spalle zainetti Adidas alla moda, telefono cellulare in tasca, scarpe da ginnastica e magliette sportive, come se dovessero andare al centro estivo o ai giardini. Ma ieri i ragazzini, quando sono usciti di casa, avevano altri programmi per la giornata. E con una temperatura che sfiorava i 36 gradi e il sole a picco, hanno deciso di scavalcare la rete di recinzione dell’asilo nido chiuso da due anni in via Cooperazione — una stradina stretta e tortuosa che si arrampica dal centro di Tavarnuzze verso il bosco — hanno forzato la porta di ingresso, si sono chiusi dentro, pensando che nessuno li vedesse e li sentisse, e hanno dato inizio alla devastazione parte seconda, armati anche di bombolette spray colorate.
«È la prima volta che veniamo qui», hanno detto ai carabinieri in coro quando li hanno fermati. Ma alcuni residenti della zona li hanno riconosciuti come i ragazzini che nei giorni scorsi si sono arrampicati sul tetto della scuola. Alessandro, un signore che porta tutti i giorni il cane a passeggiare in quella strada, li ha visti mentre correvano sul tetto malandato. «Quando si sono accorti che li stavo guardando sono fuggiti», racconta. Era probabilmente il primo giorno della furia devastatrice, quello che ha dato il via al gioco. Che fossero loro i baby vandali l’ha scoperto solo ieri, quando è passato di nuovo dalla scuola con il suo cane al guinzaglio e ha visto gli stessi ragazzini, questa volta a testa bassa di fronte ai carabinieri. Scuote la testa Alessandro prima di proseguire la sua passeggiata: «Distruggere solo per il gusto di distruggere, senza trarre alcun vantaggio da un gesto simile: cosa c’è di peggio? Cosa può passare nella testa di un ragazzino che decide di fare una cosa del genere? Forse sono troppo vecchio ma penso che tutti noi adulti abbiamo delle responsabilità di fronte a episodi così».
È arrabbiatissimo il sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei che ieri mattina ha pubblicato su Facebook le foto della scuola distrutta. «Danni per decine di migliaia di euro. E ora continuate a dirmi: “Ma non sanno cosa fare!” Mandateli da me, glielo trovo io cosa fare a questi delinquenti! Altro che “bimbiminkia”, questi son delinquenti e basta! Mi auguro che le forze dell’ordine riescano ad individuare i responsabili. Aggiungo: se si sono resi conto (dubito) di quello che hanno fatto vengano ad autodenunciarsi direttamente dal sottoscritto, o che i genitori, se sanno, vengano a denunciare i propri figli». «Ma i genitori dove sono? — si domanda quando viene a sapere che i responsabili sono stati individuati dai carabinieri — So che ci sono ragazzini vanno in giro fino all’una di notte e nessuno dice niente: questa è già una risposta al perché accadano certe cose». Problemi di integrazione, spiega il sindaco, non ce ne sono mai stati. «Sono stranieri — dice una signora in piazza a Tavarnuzze — ma non è questo il problema. Potevano tranquillamente essere italiani. È già accaduto in passato che tre ragazzi siano saliti sul tetto di una scuola: erano di qui».
Quando arrivano i carabinieri i quattro ragazzini dicono nomi e cognomi e danno i cellulari dei genitori. «Signora domani mattina si presenti con suo figlio in caserma». Verranno denunciati alla procura per i minori per danneggiamento ma loro, i bambini, non sembrano rendersi conto di quello che hanno fatto. Una delle mamme arriva pochi minuti dopo in auto. Sorride, chiede scusa ai carabinieri, «speriamo che non abbiano fatto troppi guai» le uniche parole che dice mentre fa salire tre bambini in macchina.
I guai sono circa 30-40 mila euro di danni, secondo la stima fatta dal Comune. «Che andranno aggiunti al conto finale della ristrutturazione, 380 mila euro — spiega il sindaco Calamandrei — nei prossimi giorni firmiamo il contratto con la ditta che ha vinto l’appalto e cominciamo finalmente i lavori. C’è stato qualche ritardo burocratico ma contiamo, entro l’inizio dell’anno nuovo, di riportare nella loro scuola i bambini dell’asilo nido che in questi anni sono stati ospitati nello stesso edificio della scuola media».
Altro che bimbiminkia, stanno in giro fino a notte fonda, mi chiedo dove siano i genitori