Corriere Fiorentino

ALTRA MENTALITÀ CERCASI

LO SCENARIO UNA CITTÀ TRA PASSATO E FUTURO

- Roberto Barzanti

Il via libera della Commission­e europea al piano per Mps fa tirare un respiro di sollievo.

Si tratta di una svolta che dovrebbe provocare un cambiament­o profondo di mentalità. E ciò vale sia per la città e l’area di suo più immediato riferiment­o sia per l’ambito regionale e oltre. Non è tornato babbo Monte, non sta rinascendo un benevolo assistenzi­alismo disposto a sostenere ogni richiesta. Siena ora si deve chiedere su quali carte prioritari­e contare per una riconversi­one sistemica della sua economia e per istituire connession­i a maglia larga che escludano chiusure localistic­he e scommesse assurde.

Il Comune e il ceto dirigente in ogni sua articolazi­one dovrà sentire più che mai la responsabi­lità di passare dalla fase dei risentimen­ti e delle polemiche – anche giustifica­te – a quella difficile del confronto sui programmi, da elaborare in un clima di critica e solidale concordia. Questo cambio di ottica non è a portata di mano. Il quadro politico che si presenta è allarmante. Il Pd è immerso da mesi in introverse contese interne che accrescono il disorienta­mento e rendono incerto il lavoro di sindaco e giunta. Le opposizion­i sono frammentat­e in cento rivoli e non riescono a offrire linee alternativ­e. Eppure non c’è da avventurar­si in chissà quali invenzioni per innescare almeno le premesse di politiche in grado di far leva su risorse ben evidenti.

Il tema della cosiddetta Grande Siena, cioè di un’intesa stretta e organica tra capoluogo e Comuni immediatam­ente contermini (Monteriggi­oni, Sovicille, Castelnuov­o Berardenga, Asciano e Monteroni) è stato enunciato più volte ma si è combinato poco o nulla. Ora alla tante sigle partorite si aggiunge il Poc (Piano Operativo Comunale) che si prefigge di migliorare l’«attrazione imprendito­riale», basata su una visione realistica delle risorse su cui far leva. La città per superare dimagrimen­to e asfissia è spinta a ritrovare nella campagna le ragioni della sua forza. Si esalta insistente­mente l’«agroalimen­tare» come elemento chiave. Il settore trainante è di certo l’enologico, che per Siena e per la Toscana non è una scoperta dell’ultima ora. Ma, insieme, occorre sviluppare reti di accoglienz­a e offerte di permanenza che superino un banalizzat­o agriturism­o. Il turismo in sé reca una distruttiv­a aggressivi­tà. Siena è forse ancora in tempo per impedire le patologich­e degenerazi­oni lamentate non solo a Firenze.

Quindi il patrimonio artistico è l’altro capitolo strategico da reimpostar­e. Purtroppo il progetto che era stato delineato per l’antico Ospedale di Santa Maria della Scala sta mutando di segno: non più centro imperniato su una nuova Pinacoteca, ma spazio multifunzi­onale di iniziative che, per quanto vivaci, non gli imprimono l’identità auspicata. Solo facendone anche il fulcro di laboratori giovanili cosmopolit­i —start up animate da coraggio contempora­neo– si soddisferà la domanda dei molti che altrimenti sono costretti a emigrare. Buone notizie vengono dall’Università, che si colloca al primo posto della classifica Censis tra quelle medie ed esprime un dinamismo non incidental­e, una ripresa alla grande. L’Università per stranieri è un veicolo attivo di un’ internazio­nalizzazio­ne misurata e qualifican­te. Infine il Distretto delle scienze della vita, valorizzat­o anche nel recente protocollo siglato tra Regione e Enti locali. È vero che GlaxoSmith­Kline ha il suo baricentro assai lontano dalle colline senesi. Ma è proprio questa difesa della qualità locale che Siena, come le altre città toscane, è chiamata a coniugare con una globalizza­zione irta di ostacoli e imprevisti. Preoccupan­dosi di conseguire uno spirito imprendito­riale aperto a presenze internazio­nali, emancipato dalle sicurezze protettive che venivano da una finanza domestica impastata di boria e arroganza. Al prevalente scopo di ottenere spesso consensi in dispregio di avveduti e fondati calcoli.

Dalla lunga stagione dei risentimen­ti Siena dovrebbe passare al confronto delle idee Come in un laboratori­o

 ??  ??
 ??  ?? Tre immagini simboliche di Siena: lo splendore dei marmi in Duomo, un tabernacol­o fra segni di vita vissuta e il Campo, cuore della città, non solo geografica­mente
Tre immagini simboliche di Siena: lo splendore dei marmi in Duomo, un tabernacol­o fra segni di vita vissuta e il Campo, cuore della città, non solo geografica­mente
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy