CHE VOLO LA MIA SIENA VISTA SU GOOGLE
Il Grand Tour in versione Google è un volo. Ti scorre sotto gli occhi una mappa sconfinata e puoi scendere dove vuoi, componendo un viaggio a piacere. Quattro le città scelte quali tappe obbligate di un’escursione che lascia meravigliati: Venezia, Siena, Roma e Palermo. La presentazione a Siena dell’impresa di Google Arts & Culture non era priva di rischi.
Il pubblico è schizzinoso e pronto a scandalizzarsi anche per un nome storpiato. L’esame è stato passato alla grande. Il commento delle parti sulla città non s’inerpica in sparate retoriche. È garbatamente allocutivo e coinvolgente. «Vedete quel cavallo e quel fantino sulla sinistra che non sono ancora entrati? È la rincorsa, e quando varcherà il segno [il verrocchino in gergo paliesco] si abbasseranno i canapi e si scatenerà la corsa». Con l’aiuto di una delle tre tecnologie (Google Earth VR, Daydream View, 3 TILT brush) attivabili con l’apposito visore è come sentirsi immersi tra la folla, viverne le emozioni dal di dentro. Il virtuale diventa più reale della realtà. L’operatore é piazzato tra la linea della mossa e Fonte Gaia, ma puoi da lì svolgere lo sguardo a 360 gradi verso dove credi e seguire la furiosa contesa in ogni tratto. La Carriera nel Campo, si sottolinea, è il culmine di una forma associativa che ha le sue nobili origini e dura più o meno secondo medesime scansioni e rituali da cinquecento anni. In effetti mutamenti ci sono stati, e come, ma le tradizioni si pretendono fisse e ripetitive. Durante il banchetto imbandito per le vie della Contrada il giorno prima del Palio ci si sofferma sui volti giovani: ragazzi e ragazze che immettono un respiro di futuro e fanno capire che non si è in presenza di una delle tante rievocazioni inscenate a scopo turistico. La benedizione del cavallo, ripresa nella Contrada del Leocorno, è uno spaccato di religiosità che non ha nulla di strambo o superstizioso, come talvolta si dice. Sussurri di attesa e canti di speranza si mischiano in un originale sonoro. I diciassette sodalizi sono definiti «famiglie rivali», mettendo in primo piano la condivisione dei sentimenti che lega in comunità persone che, quando si celebra la Festa, si ritrovano vicine ricordando avventure comuni. Il racconto procede per frammenti, per lampi, per attimi, come abbozzando una serie di annotazioni afferrate con curiosità da un visitatore non gravato dal ricorso ad una fastidiosa erudizione. E poi ecco presentate in sequenza l’Accademia dei Fisiocritici e l’Accademia degli Intronati. Due luoghi sconosciuti ai più inseriscono un tocco di colto esotismo nel frastagliato itinerario. Ai Fisiocritici si possono ammirare collezioni anche di valore didattico. Nelle stanze della Biblioteca che tuttora si intitola agli Intronati chilometri di scaffalature si conservano libri e codici che rimandano ad un mondo di sistematici contatti tra dotti sparsi in tutto il mondo: un social network fondato nel 1525 da sei intellettuali aristocratici e anticonformisti. Il parallelismo con la Rete dei nostri giorni è ammiccante. Il Grand Tour diventa un virtuale Global Tour. E dovrà essere un invito a visitare di persona quanto è registrato in uno svelto diario. Il Grand Tour esplose nel Settecento, nel secolo che esaltò la conoscenza scientifica e diretta di paesaggi, costumi, credenze seguendo rigide direttrici. Con un link mirato ora puoi improvvisare soste e approfondimenti. Si veda il pezzo su Pienza: una piccola città che squadernava il paradigma di una rivoluzione che non cessa di stupire e puoi percorrere passo per passo assaporandone colori e geometrie.