Pronti, partenza... Pioli
Tra scetticismo e speranze oggi comincia a Moena il ritiro della Fiorentina Così l’allenatore preparerà una stagione diversa rispetto agli ultimi anni, sotto tanti aspetti
«Think different», recitava uno spot della Apple di qualche anno fa. Think different, pensa diversamente: quasi un obbligo per la nuova Fiorentina di Pioli, che da oggi comincia a prendere forma nel fresco di Moena.
Perché, messa da parte la telenovela lacrime e WhatsApp di Borja Valero (ieri lo spagnolo ha ringraziato via Twitter i Della Valle «per aver reso più semplice la conclusione di quest’ultima fase») e in attesa di sviluppi piuttosto scontati su altre partenze eccellenti (Kalinic-Bernardeschi, comunque convocati per il ritiro), il mister dovrà subito dimostrare a calciatori e tifosi che la prossima sarà una stagione diversa rispetto alle ultime. Dagli esiti ancora imprevedibili, certo. Ma molto diversa.
La bellicosa comunicazione di vendita dei Della Valle, infatti, ha aperto più di un fronte. All’esterno, ma anche all’interno della Fiorentina. «Le contestazioni? L’importante — fa notare a Sky Sport il club manager Giancarlo Antognoni in partenza anche lui per la Val di Fassa — è che non vadano oltre il limite. La proprietà farà di tutto per sopperire a eventuali cessioni, ma dobbiamo ricordare che in certe situazioni sono i giocatori che vogliono andarsene. Bernardeschi non ha accettato la nostra proposta di rinnovo per esempio. Oggi i giocatori hanno il coltello dalla parte del manico e se vogliono andarsene possono farlo». Già, non sono più i tempi dei «no» di principio (Toni, Mutu, Jovetic, tanto per ricordarne qualcuno): con la deregulation degli agenti del 2015 è cambiato tutto. Inoltre il disimpegno dei fratelli Tod’s toglierà dalle casse viola quei 15 milioni di media in più ogni anno che hanno permesso finora al club viola di rimanere ai vertici della serie A.
Proprio per questo sarà fondamentale, insieme a quello di Pioli, il lavoro del tandem Corvino-Freitas (a proposito, la Fiorentina ha comunicato che il ds resterà in viola fino a giugno 2019). È chiaro che il monte ingaggi sarà abbassato ancora, la conseguenza però non è per forza di cose una rosa di brocchi. Il rischio del passo indietro è evidente, ma quella che si profila dopo i primi colpi di mercato (Hugo, Gaspar, Milenkovic) e le trattative più avanzate (Simeone, Politano, Eysseric) è una Fiorentina ringiovanita e quanto meno più agguerrita di quella moscia e fragile che ha miseramente fallito l’obiettivo Europa League con Paulo Sousa.
Ecco un altro elemento di discontinuità su cui Pioli insisterà: il clima dello spogliatoio. Archiviate in fretta le ruggini dello scorso anno, senza i «senatori» e il blocco spagnolo (marchio di fabbrica della Fiorentina dal 2012 in poi), si ripartirà da tre parole chiave: grinta, divertimento, velocità. Non a caso la preparazione atletica di Moena sarà impostata su un obiettivo preciso: garantire alla squadra benzina sufficiente già dalle prime giornate di campionato. Una partenza sprint, insomma. Che potrebbe in qualche modo ridare un pizzico di fiducia ai tifosi (la campagna abbonamenti sta andando avanti a ritmi lentissimi). In questa fase sarà importante anche l’apporto in termini di entusiasmo ed esperienza di Astori (il nuovo capitano probabilmente sarà lui), Chiesa e Vecino, i calciatori che il mister emiliano ritiene indispensabili — non solo per questioni tecniche — per la costruzione della squadra.
Insomma, la «diversità» della Fiorentina di Pioli passa da molte novità: situazione societaria, aspettative, modulo di gioco, età media abbassata e, last but not least, l’assenza di impegni in Europa. Da oggi comincia ufficialmente una nuova era: per adesso sembra prevalere lo scetticismo, ma di tempo per avere conferme o cambiare idea ce n’è...