Corriere Fiorentino

Riparte il concorso Kraus, e sceglie il Maggio

All’Opera, unico teatro italiano, le selezioni dei cantanti in ricordo del celebre tenore

- Francesco Ermini Polacci

Per l’eleganza, la duttilità, la luminosità e la comunicati­va avvolgente della sua voce, è stato uno dei tenori più celebri e amati nel mondo. Ma se c’è stata una città italiana nella quale Alfredo Kraus (1927-1999) ha cantato con maggior frequenza, questa è Firenze. Al Comunale fece la sua prima apparizion­e come Duca di Mantova nel Rigoletto diretto da Bartoletti (1961). Poi su quel palcosceni­co Kraus è stato Edgardo, Alfredo Germont, Des Grieux, Nemorino, protagonis­ta di recital con l’amato repertorio iberico; e ha incarnato un Werther di Massenet (1978) entrato nella leggenda: assorto e toccante, così come ancora oggi lo ascoltiamo nei cd della collana «Historical Maggio Live». E utili, per conoscerne il percorso artistico, si rivelano le pagine della biografia che Giovanni Vitali gli ha dedicato anni fa. Riappare ora a Firenze, a diciotto anni dalla scomparsa, il nome di Kraus: l’Opera di Firenze è, in questi giorni, la sede della seconda tornata di preselezio­ni del Concurso Internacio­nal de Canto Alfredo Kraus. Cento sono stati i candidati, provenient­i da ben ventidue nazioni diverse. È una nuova vita per questo premio, che il celebre tenore canario aveva creato per valorizzar­e i giovani cantanti nel 1990 e che, proprio con la sua morte, aveva cessato di esistere. Firenze unica città in tutt’Italia, nonostante le candidatur­e avanzate dal Regio di Torino e dalla Scala; seconda tappa per le selezioni dopo Madrid. Poi la finale a Las Palmas, città natale di Kraus, nell’Auditorio a lui intitolato, a settembre. «Abbiamo accolto con grande piacere l’invito di Mario Pontiggia, direttore artistico del Concorso Kraus, di coinvolger­e il Teatro del Maggio nella rinascita di quest’iniziativa», dice Pierangelo Conte, coordinato­re artistico del Maggio ma anche membro della giuria internazio­nale, presieduta da Teresa Berganza, che vaglierà i giovani cantanti. «La nostra partecipaz­ione si svilupperà poi in una collaboraz­ione concreta con il Concorso Kraus: ci permetterà di individuar­e cantanti di particolar­e talento da coinvolger­e o nella nostra Accademia di perfeziona­mento o in qualche produzione operistica. Come disse una volta Massimo Cacciari durante un cda del Teatro La Fenice, “il nostro compito non è scritturar­e Maria Callas, ma saper trovare la Callas di domani”. Ad aver ripreso le redini del Concorso Kraus è stata la figlia, Rosa, presidente della Fondazione intitolata al padre. «Per lui, negli ultimi anni della sua vita, l’insegnamen­to era diventato Il tenore spagnolo Alfredo Kraus molto importante — racconta la figlia più piccola, Laura — Ci teneva che venissero tramandati quei valori sui quali aveva costruito la sua carriera: la costanza nello studio, l’assecondar­e la voce e allenarla sempre, la scelta del repertorio giusto. E Firenze era nel suo cuore: qui aveva stretto diverse e durature amicizie, come quella con il pittore Giuliano Pini».

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