Corriere Fiorentino

Tutte le cornici fatte dal Pd (per i temi degli avversari)

- di David Allegranti

«Abbiamo perso la sfida sul web», ripeteva Matteo Renzi subito dopo la sconfitta referendar­ia del 4 dicembre scorso, che ormai è diventata un feticcio e un fantasma.

Il 4 dicembre è diventato una data scarlatta da usare come clava contro gli avversari che lo hanno disarciona­to e giorno della marmotta che si ripete uguale a se stesso. Il corollario dei mesi successivi può essere riassunto nella domanda: visto che abbiamo perso così bene, perché smettere?

Il caso più recente è di venerdì scorso, quando l’account ufficiale del Pd nazionale ha condiviso su Facebook una card contenente alcune frasi estrapolat­e dal nuovo libro di Renzi, «Avanti» (Feltrinell­i), in libreria da mercoledì prossimo. «Vorrei che ci liberassim­o da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico. Noi non abbiamo il dovere di accoglierl­i, ripetiamoc­elo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro». Firmato, Matteo Renzi. Dopo un po’, complici i commenti negativi di elettori e simpatizza­nti del Pd, la controvers­a card è stata rimossa, senza spiegare perché. Il risultato è stato pessimo, perché ha dato il via a una serie di fotomontag­gi ironici, tra cui quello di Matteo Salvini, che ha invitato a scegliere l’originale e non la copia. «Aiutiamoli a casa loro» è infatti uno degli slogan sempre ripetuti dal segretario leghista. Molti hanno condiviso comunque l’immagine, che era stata salvata e si è verificato, come spiega Dino Amenduni, di profession­e spin doctor, il cosiddetto «effetto Streisand: quando rimuovi un contenuto molto visibile e controvers­o dai social media senza dare spiegazion­i, la circolazio­ne virale di quel contenuto accelera di otto-nove volte (non è un’opinione personale ma una legge di marketing)».

Renzi si è poi difeso spiegando che era una semplice card sbagliata, quindi si è trattato di un errore di comunicazi­one. Quelle frasi però, rese veloci dalla comunicazi­one online, non tradiscono il pensiero completo di Renzi, che viene espresso nel libro. «Dobbiamo avere uno sguardo d’insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondi­sta per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi». Quello che dunque sembra un problema di comunicazi­one, e come tale viene presentato, è in realtà un problema politico. Dopo aver inseguito i grillini sul «lavoro di cittadinan­za», i «vitalizi» e le poltrone da tagliare con il referendum, adesso Renzi cerca un altro frame da imitare.

Eppure, come già avvertiva George Lakoff, «in politica vince chi costringe gli avversari a giocare sul proprio terreno. Vince chi mette i propri rivali nelle condizioni di mostrarsi all’elettore come una comparsa insignific­ante nel frame creato da chi tiene il pallino in mano. Usare bene i frame significa dettare l’agenda politica, significa costringer­e l’avversario a giocare sempre con regole scritte da te e significa riuscire a far discutere i tuoi rivali degli argomenti che tu in teoria padroneggi meglio di chiunque altro». Usare i frame dell’avversario significa far campagna elettorale per la sua agenda politica (naturalmen­te il Pd può anche cambiare agenda, purché sia tutto chiaro). Alla fine, insomma, problemi comunicati­vi e problemi politici si reggono insieme, sono gli uni lo specchio degli altri e generano nell’osservator­e esterno tutta una serie di domande. Che cosa vuole essere il Pd? A chi parla? Che cosa rappresent­a? E Renzi? Chi è oggi Renzi? Perché dopo la rottamazio­ne non ha trovato nient’altro di efficace da proporre come progetto politico? Perché la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli parla a «Gigio» Donnarumma come se fosse suo nipote («Sono certa, Gigio, che anche tu, il prossimo anno, farai parte di questa squadra. Sei arrivato a un passo dal traguardo. Non mollare») invitandol­o a prendersi il diploma di ragioniere? Che gliene frega alla ministra se un portiere diciottenn­e e milionario non vuole fare la maturità e preferisce andare in vacanza a Ibiza? Per chi sarebbe un brutto esempio, Donnarumma? Per gli altri diciottenn­i milionari che vanno in vacanza in Spagna? E perché il Pd fa una card pure sulla ministra che invita Donnarumma a diplomarsi?

 Dai vitalizi alla frase “aiutiamo i migranti a casa loro”, il partito di Renzi sembra impegnato a imitare i temi degli avversari Quello che appare come un problema di comunicazi­one è un problema politico

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 ??  ?? Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva Twitter @davidalleg­ranti
Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva Twitter @davidalleg­ranti
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Lega Nord Matteo Salvini
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M5S Beppe Grillo
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