Corriere Fiorentino

Viareggio, il Bagno Balèna dove si allenano i campioni E il mare è un optional

È stato fondato nel 1874 a Viareggio, i suoi servizi furono subito rivoluzion­ari È come un prolungame­nto della città Allenament­i per tutti, cinque piscine, solarium e palestra sulla spiaggia Il tuffo in mare? Quasi un accessorio

- di Antonio Valentini

VIAREGGIO Chiariamo subito: si chiama Bagno Balèna, con l’accento grave sulla e, perché porta il nome di un’antica famiglia viareggina. Niente a che vedere con il cetaceo, benché una baléna (stavolta con l’accento acuto sulla e) campeggi, azzurra e bianca, sopra a una delle cinque piscine, quella dove i più piccoli prendono confidenza con l’acqua. E non tragga in inganno neppure la facciata dell’ingresso, bella e trionfale ma alquanto dimessa, in perfetto liberty viareggino, realizzata su disegno dell’architetto Alfredo Belluomini dopo l’incendio del 1917, che incenerì quasi tutti gli edifici in legno del viale Regina Margherita. In realtà il Bagno Balèna non concede nulla, quanto ad aspetto esteriore e gestione, all’idea tradiziona­le di stabilimen­to balneare. Anzi, è il naturale prolungame­nto della città sulla spiaggia che, per uno strano gioco di correnti, a Viareggio aumenta mentre sul litorale apuano e a sud di Torre del Lago arretra.

Il Bagno Balèna, pur fondato nel 1874, è roba moderna, che rompe con i cliché e rinverdisc­e il tradiziona­le concetto di balneazion­e. Per dirne una, le cabine non sono a vista ma ubicate nel piano interrato sotto il livello del mare, assieme al centro benessere. E per dirne un’altra, i tuffi e le nuotate in mare sono un accessorio. Importante, come si conviene, ma pur sempre un accessorio che subisce la concorrenz­a

Medaglie Qui ci si prepara al nuoto agonistico, come fa quotidiana­mente Diletta Carli, nel 2013 campioness­a mondiale giovanile a Dubai

delle cinque piscine, una olimpionic­a. E poi la palestra sulla spiaggia, il solarium e il bar-ristorante aperti anche d’inverno, la terrazza panoramica offrono l’immagine di una città incuneata nell’arenile. «Stiamo aperti 365 giorni all’anno. Non siamo solo uno stabilimen­to balneare, ma anche un centro di servizi», spiega Vincenzo Lardinelli, che fa parte della «Balena 2000» la società in accomandit­a semplice di cui la madre, Myriam Davini Lardinelli, è socio accomandat­ario. Lui, Vincenzo, ora si occupa anche di altro. In primo luogo è il presidente nazionale della Fiba, il sindacato dei balneari della Confeserce­nti. E poi, da atleta di rango di thriatlon quale era, è rimasto nel mondo dello sport: dapprima ha rimodellat­o il Bagno Balèna sull’attività agonistica e amatoriale; poi, dopo una riorganizz­azione della società di famiglia, ha fondato la «Flitfit srl», di cui è amministra­tore unico. Si tratta di una start-up sviluppata in collaboraz­ione con «Microsof»t, «Welcome Italia» e «Easyray», vale a dire uno strumento in live-streaming che permette a tutti, anche a distanza, di se-

guire il programma di esercizi fisici con il proprio allenatore.

A uno sguardo distratto, Viareggio e la Versilia appaiono un tutt’uno. Niente di più sbagliato. Viareggio, più popolare dell’esclusiva Forte dei Marmi, problemi politici a parte non ha ancora risolto la crisi d’identità derivante dalla proliferaz­ione delle case per le vacanze. Il mercato degli affitti estivi non è quello di trent’anni fa e se anche la paura dell’Isis ha smorzato la concorrenz­a del Mar Rosso, del Nord Africa o delle Maldive, Croazia Grecia e Costa Brava e anche il resto dell’Italia rivaleggia­no in qualità e prezzi. Eppure Viareggio vanta più di un primato. I primi bagni risalgono al 1828, con il Nereo (per gli uomini) e il Dori (per le donne): le cabine su palafitte si protendeva­no verso il largo e i bagnanti scendevano dalle scale interne per immergersi nell’acqua, espediente per celarsi agli sguardi incuriosit­i di chi si appostava sul viale Regina Margherita sempliceme­nte per guardare. Le onde lambivano la strada, la grande spiaggia ancora non esisteva, eppure nel 1833 Giuseppe Giannelli si ispirò all’esperienza viareggina per editare il «Manuale per i bagni in mare», sulla scorta di quanto scrisse nel 1750 il medico londinese Richard Russel, fondatore a Brighton del primo stabilimen­to balneare della storia.

«Nonostante ciò in Italia siamo partiti prima e per questo siamo più avanti — spiega Vincenzo Lardinelli che, grazie al suo incarico in Fiba, fa paragoni su scala globale — Siamo il primo Paese al mondo quanto a servizi balneari. I francesi praticano prezzi più alti, ma ai clienti offrono molto meno. Pensi ai bagnini: solo da noi non possono impedire a nessuno di tuffarsi quando c’è la bandiera rossa, ma sono obbligati a salvare chiunque sia in difficoltà, mettendo a repentagli­o la propria vita».

L’assenza di una regìa unica sul modello Costa Azzurra ha impedito a Viareggio di diventare la Cannes del territorio: «Siamo i primi produttori mondiali di yacht oltre i 40 metri, però non abbiamo un

Vincenzo Lardinelli Dal 2001 a oggi non abbiamo chiuso un giorno. Siamo un centro servizi non soltanto uno stabilimen­to balneare

porto turistico adeguato per farli attraccare. È una delle nostre contraddiz­ioni», aggiunge Lardinelli. Ma anche nel panorama versiliese, esclusivo e innovativo, il Bagno Balèna rappresent­a un passo avanti. La scelta di abbinarlo allo sport, vista la qualità non eccellente delle acque, si è rivelata vincente. Nella piscina olimpionic­a a tre corsie ci si prepara al nuoto agonistico, come fa quotidiana­mente Diletta Carli, nel 2013 campioness­a mondiale giovanile a Dubai, sotto lo sguardo attento dell’allenatric­e Melissa Pasquali. E poi si fanno gli stage, come avvenne con il campione olimpionic­o Massimilia­no Rosolino che si trovò circondato da 150 bambini. Durante una cena, a lui che rispondeva a ogni domanda con solarità partenopea, gli chiesero se era fidanzato. Da ciarliero e sorridente, Rosolino si fece silenzioso e guardingo: in agguato c’erano i cronisti, sia mai fossero venuti a sapere che stava iniziando la relazione con Natalia Titova.

Gossip a parte, la spiaggia del Balena 2000 (la licenza per rinnovarlo e trasformar­lo in ciò che è oggi si è fatta attendere per 7 anni) è lunga cento metri e larga ottanta. La società gestrice paga un canone demaniale di poco superiore ai 50.000 euro e le tariffe variano a seconda della vicinanza alla battigia, anche se in media un abbonament­o stagionale va dai 3 ai 4000 euro. Esclusa naturalmen­te la palestra, già frequentat­a dall’ex arbitro Pierluigi Collina prima che si trasferiss­e al Forte e dall’ex calciatore Stefano Bettarini. «Dal primo maggio 2001 a oggi non abbiamo chiuso un giorno», sottolinea Vincenzo Lardinelli, orgoglioso che la sua intuizione di stabilimen­to balneare ad alto livello di servizi e aperto tutto l’anno si sia rivelata vincente.

Compliment­i, signor Lardinelli, però consenta una domanda aggiuntiva: cosa pensa della Bolkestein? «La Bolkestein? È applicata dall’Europa a spese dell’Italia, dove si è investito molto più che altrove nelle strutture di balneazion­e. Almeno concedesse­ro ai balneari di escludere dalle pertinenze demaniali gli edifici su cui hanno riversato i loro risparmi…».

(6.Continua. Le precedenti puntate sono uscite il 4, l’11, il 18, il 25 giugno e il 2 luglio) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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 ??  ?? Massimilia­no Rosolino (il primo a destra) campione olimpico a Sydney nel 2000 e mondiale a Fukuoka nel 2001 nei 200 metri misti
Massimilia­no Rosolino (il primo a destra) campione olimpico a Sydney nel 2000 e mondiale a Fukuoka nel 2001 nei 200 metri misti
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Vincenzo Lardinelli del Bagno Balena e presidente della Fiba, la federazion­e balneari di Confeserce­nti Sopra due delle cinque piscine dello stabilimen­to viareggino
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Dopo le fiamme L’entrata del bagno Balena costruita dopo l’incendio del 1917, com’era e com’è oggi

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