Sodoma, il pittore che vinse un Palio
Il 15 agosto 1513 corre al Palio dell’Assunta un cavallo «leardus pomellatus», ossia maculato e «sfregiatus», che appartiene a un artista illustre e controverso. Giovanni Antonio Bazzi dalla nativa Vercelli, è infatti sceso a Siena, dove ha fatto fortuna. Ha legato le sue sorti a quelle della potente famiglia Chigi, che lo ha portato a Roma, all’incarico prestigioso di dipingere la Stanza della Segnatura in Vaticano. Nell’elenco conservato in una Biccherna del Comune si trova per la prima volta in quell’occasione il soprannome con cui è entrato nel canone della storia dell’arte: il Sodoma, un appellativo inequivocabile, per cui gli studiosi hanno voluto trovare un improbabile riferimento a un «sumduma», ossia su andiamo, rivolto ai suoi giovani di bottega. La sua fama, insomma, è quella riassunta con gusto pettegolo da Giorgio Vasari nella seconda edizione delle sue Vite. «Era oltre ciò uomo allegro, licenzioso, e teneva altrui in piacere e spasso, con vivere poco onestamente; nel che fare, però che aveva sempre attorno fanciulli e giovani sbarbati». La passione per i ragazzi era pari a quella per gli animali, di cui si contornava ossessivamente: «Tassi, scoiattoli, bertucce, gatti mammoni, asini nani, cavalli barbari da correre palii, cavallini piccoli dell’Elba, ghiandaie, galline nane, ma oltre tutte queste bestiacce aveva un corbo che da lui aveva così bene imparato a favellare, che contrafaceva in molte cose la sua voce». Quell’anno per la cronoca il cavallo di Sodoma vinse; il fantino si chiamava Vulpius. Sodoma