Rincorrersi in Messico e ritrovarsi a Firenze
Città del Messico. Pilar aveva dodici anni, Alberto tredici. Lui la vide e gli piacque subito. «Ma lei già allora era concentrata sulla musica e non mi considerò. Orribile!». Divennero amici. Alle superiori durante una gita di gruppo al mare lei sul bus si sedette accanto a lui e lo baciò varie volte. Ma era così concentrata su pensieri musicali che si alzò, cambiò posto e la cosa finì lì, come non fosse mai avvenuta. Al punto che Pilar non se lo ricorda assolutamente. Crebbero, Pilar diventò pianista, andò a vivere altrove. Non si sentivano più. Un giorno, quando Alberto aveva ventidue anni, lo chiamò. Miracolo! Come Alberto sentì la voce di Pilar grandi progetti di contatto umano si risvegliarono nella sua testa. Solo che, in pochi terribili secondi, si rese conto che lei l’aveva chiamato per invitarlo al suo matrimonio. E non con lui! Con un altro. Non andò. Passò altro tempo. Lei si tagliò un tendine, non poteva più fare la pianista. Ma tale era la sua concentrazione musicale che non si scoraggiò e divenne violoncellista. Lui si sposò con la sua vicina di casa. Il matrimonio di Pilar durò dieci anni, lei abitava a Barcellona e il marito a Londra. Pilar non si trovava molto bene, il marito le rubò delle melodie. Fu invitata a suonare a Città del Messico. La mamma del marito di Pilar era molto amica della mamma di Alberto. La mamma di Alberto, saputo del concerto, e conoscendo gli imperituri sentimenti del figlio, gli disse: «Pilar suona il tal giorno nel tal luogo». Lui dopo il concerto andò a salutarla. Lei sussultò. Aveva trent’ anni, voleva un figlio, ma non con il marito. Alberto disse: «Andiamo a mangiare». Lei rispose: «La prossima settimana». C’era anche la sorella di Pilar che la prese da parte e le disse: «Perché non ora». Dunque andarono subito e Alberto dopo circa venti anni coronò il suo sogno d’amore. Passarono l’estate insieme ma lei doveva trasferirsi a Santander. «Vieni anche te» gli disse. Lui infatti avrebbe potuto frequentare un master in quella città. Alberto non andò, non gli piaceva. Questo poteva essere un colpo mortale alla loro storia. Stettero un anno o due senza sentirsi. Un giorno lei lo chiamò e disse: «Torno a vivere a Città del Messico». E lui: «Mi dispiace, mi trasferisco a Tijuana per lavoro». Che razza di grande amore prova costui! pensò Pilar. Stettero insieme per quindici giorni a Città del Messico, lui era divorziato e lei quasi. Alberto andò a Tijuana dove fu licenziato immediatamente. Meno male, disse lui. Tornò a Città del Messico. Anche Pilar disse: meno male. Andarono a vivere insieme. Il marito di Pilar andò sotto casa e le fece una serenata, ma ormai la musica era cambiata. «Stiamo un po’ fermi» si dissero Pilar e Alberto. Ora sono a Firenze.