Bagarini all’assalto del Duomo
Prezzi aumentati fino a 125 euro (contro i 15 del ticket ufficiale). L’Opera: «Metteremo un tetto agli acquisti alle casse» Dopo Uffizi e Accademia i «saltacode» fanno razzia di biglietti per Cupola e Battistero
In quante occasioni, girando per le nostre strade, ci chiediamo perché? Una domanda rivolta ai soggetti più diversi: spesso a chi ci governa, o ci amministra, qualche volta anche alla nostra coscienza di cittadini. E allora abbiamo deciso di portare qualche «Perché?» sul nostro giornale. Domande. Con la speranza di trovare anche qualche risposta. Oggi pubblichiamo quella di Ataf a una lettrice che ci aveva scritto sugli orari incerti della linea 12. I lettori possono inviare i loro perché a cronaca@corrierefiorentino.it
Non c’è più religione. Ora si cerca di lucrare anche sugli ingressi alla Cupola del Brunelleschi, al Campanile di Giotto e alla cattedrale di Santa Maria del Fiore (che però è gratis). «Skip the line, skip the line». Il mantra è ripetuto con insistenza dai bagarini che, dopo Uffizi e Accademia, hanno colonizzato anche piazza Duomo. Tradotto è «salta la fila», un canto a cui pochi turisti riescono a resistere. Un esercito di promoter di tour, schierato in massa davanti all’entrata della Cupola.
È un assedio continuo il loro, marcano a uomo ogni singolo visitatore. Inglesi, americani, indiani, cingalesi e anche nordafricani: un mèlange di «pr» molto decisi che spesso però viene confuso con i dipendenti dell’Opera del Duomo. E i bagarini su questa cosa ci giocano. E ci guadagnano. Badge al collo, tesserino e depliant nelle mani con all’interno diverse opzioni di tour: da palazzo Pitti all’Accademia, dagli Uffizi a Palazzo Vecchio, da Santa Croce a Cupola e Battistero. Per quest’ultima visita se si acquista il ticket online o alla biglietteria dell’Opera il costo, compreso di prenotazione, è di 15 euro. Se invece si compera dai «saltacoda» il prezzo lievita fino all’inverosimile: 55 euro a persona (se si partecipa con un gruppo di massimo 25 visitatori) per una visita di un’ora, 75 euro a persona (con gruppi massimo di 10 persone) per una visita di due ore, e 125 euro a persona se si decide per un tour privato. E la tecnica d’approccio dei bagarini, sia agli Uffizi che all’Accademia che al Duomo, è sempre la stessa. Individuano la «preda» poi la affiancano al socio di competenza, a seconda del Paese d’origine: non proprio un madrelingua ma almeno in grado di far capire l’offerta sul piatto. Che è molto semplice: eviti lunghe code per entrare al Cupolone, al Battistero e al Campanile sborsando tra i 40 e i 110 euro in più. Ma c’è anche un altro problema, quello delle prenotazioni. In pratica fino a domani sera risulta impossibile riservare anche un solo ticket tramite il sito dell’Opera del Duomo o andando in biglietteria. I primi posti disponibili sono da giovedì mattina, ma probabilmente andranno via già nella giornata di oggi. Perché i bagarini fanno anche questo: acquistano tutti i biglietti disponibili lasciando a bocca asciutta turisti e guide che, il più delle volte, per evitare di fare lunghe file sono costrette a rinunciare alle visite.
«Siamo a conoscenza di questo grave fenomeno del bagarinaggio dell’arte — afferma il presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Luca Bagnoli — L’Opera cercherà di potenziare ulteriormente le informazioni ai visitatori presso le biglietterie e sui nostri siti on line. Stiamo pensando, inoltre, di introdurre a breve delle limitazioni nell’acquisto del numero dei biglietti alle casse in modo che certi soggetti non possano acquistarne in grande numero, per poi rivenderli con ricarichi altissimi». Come se questo già non fosse abbastanza i turisti che arrivano a Firenze ora devono fare i conti anche con i borseggiatori, attivi all’interno della cattedrale. La scorsa settimana una guida ne ha messi in fuga due, un uomo e una donna, che avevano cercato di portare via il portafoglio a un canadese.