Addio a Domenico, l’uomo delle colazioni per i senzatetto
Ogni mercoledì mattina, per Domenico, la sveglia suonava presto. Non c’era tempo da perdere. Su in piedi, vestirsi, lavarsi, correre a preparare la colazione insieme alla moglie Anna. Non per lui, non per loro. Non solo, almeno. La colazione, da tre anni a questa parte, la preparava per i tanti senzatetto della stazione Santa Maria Novella. Un rito che aveva sostituito quello del pranzo (bloccato dal Comune di Firenze) e che ora non si sa se avrà un futuro perché Domenico Zecchino, volontario da vent’anni e tra le colonne portanti della onlus fiorentina «Angeli della Città», è morto improvvisamente, a 84 anni, nella sua casa. Un colpo al cuore. Proprio di mattina, all’ora della colazione. Di umili origini, Domenico sapeva cosa vuol dire dover dosare risorse economiche ed energie. Per questo le sue, di risorse ed energie, aveva deciso di indirizzarle ai più poveri. «Se in tasca aveva poco, quel poco lo donava», ricorda Carla Arrighetti, presidente dell’associazione e alleata di consegne porta a porta e mercatini di solidarietà nel centro di Firenze. Nel tempo dedicato alla beneficenza non c’era spazio per la commiserazione: risoluto, vulcanico, Domenico organizzava le colazioni del mercoledì come fosse un direttore d’orchestra, attento a ogni nota sullo spartito. La moglie Anna preparava tè e caffè per tutti, lui caricava sul suo furgone panini e biscotti in abbondanza e, dalle 10.30 alle 12.30, offriva una parentesi di normalità ai senzatetto. Loro hanno saputo subito della morte di Domenico e adesso ne rimpiangono il «volto familiare», che li faceva sentire meno soli nel via vai di cittadini distratti e impauriti. «Speriamo che nuovi volontari si uniscano all’associazione — conclude la presidente degli “Angeli della Città” — perché noi volontari iniziamo ad essere vecchini e a non farcela più. Vogliamo mandare avanti l’opera di Domenico, ma servono energie fresche».