La foresta? Come il David
Le antiche faggete di Sasso Fratino ora sono patrimonio mondiale Unesco Alcuni alberi arrivano anche a cinque secoli di età, sono «fratelli» di Colombo e Leonardo
La riserva naturale integrale di Sasso Fratino e le Foreste Casentinesi sono Patrimonio dell’Umanità Unesco, all’interno della rete delle faggete vetuste europee. L’ha annunciato la 41° sessione della Commissione per la World Heritage riunita a Cracovia e per l’Italia si tratta della prima iscrizione di un patrimonio naturale. Un risultato prestigioso che punta i riflettori su una porzione di Toscana (e Romagna) da sempre meta di escursionisti: «La candidatura è partita nel 2015 grazie al coordinamento del ministero dell’Ambiente — spiega il presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, Luca Santino — nell’ottobre del 2016 sono venuti gli ispettori e adesso è arrivato questo importante riconoscimento». «Dalla Scandinavia all’Inghilterra, dai Carpazi al Casentino è stata riconosciuta un’alta integrità biologica ed ecosistemica, un fenomeno unico su scala mondiale — afferma Gianluca Piovesan, ordinario di ecologia forestale e selvicoltura dell’Università della Tuscia, componente della comunità scientifica che una decina di anni fa ha creato la rete transnazionale delle faggete vetuste europee — Sono tutte tessere di un mosaico che devono essere conservate così come sobilità adesso». Le ricerche hanno rilevato la presenza di faggi risalenti a 4 o 5 secoli fa, coevi di Cristoforo Colombo e Leonardo, facendo entrare Sasso Fratino fra le dieci foreste più antiche dell’Emisfero Nord. Tutela e conservazione dell’integrità e della biodiversità sono questi gli obiettivi Unesco che danno ancora più forza al Parco, anche se solo 7.636 ettari hanno ottenuto il riconoscimento: «Il “capitale naturale” è uno dei più grandi patrimoni del nostro territorio — dice Santini — e le sfide sono sempre le stesse: continuare a conservarlo con la stessa forza e ottenere una sostenini economica per il territorio circostante». I 600.000 visitatori del 2016 ne rappresentano una fetta importante, triplicati rispetto a tre anni prima, e grazie anche alla Carta europea del turismo sostenibile è stata ottenuta la certificazione per gli operatori turistici che lavorano nei confini del Parco. Da una parte la comunità scientifica, dall’altra le istituzioni, nel mezzo le guardie del Parco e quelle Forestali (oggi Carabinieri) che hanno lavorato insieme, raccogliendo l’intuizione dell’allora amministratore delle Foreste Casentinesi, Fabio Clauser, d’istituire la riserva naturale integrale di Sasso Fratino, dove l’uomo entra solo per far rispettare i divieti o per studio. Resta comunque possibile avvicinarsi attraverso sentieri e camminamenti, lì dove si affannavano gli antichi pellegrini, per apprezzare le meraviglie della natura.
Il capitale naturale è una delle più grandi ricchezze del nostro territorio e la sfida è conservarlo con forza