Corriere Fiorentino

La foresta? Come il David

Le antiche faggete di Sasso Fratino ora sono patrimonio mondiale Unesco Alcuni alberi arrivano anche a cinque secoli di età, sono «fratelli» di Colombo e Leonardo

- Francesco Caremani

La riserva naturale integrale di Sasso Fratino e le Foreste Casentines­i sono Patrimonio dell’Umanità Unesco, all’interno della rete delle faggete vetuste europee. L’ha annunciato la 41° sessione della Commission­e per la World Heritage riunita a Cracovia e per l’Italia si tratta della prima iscrizione di un patrimonio naturale. Un risultato prestigios­o che punta i riflettori su una porzione di Toscana (e Romagna) da sempre meta di escursioni­sti: «La candidatur­a è partita nel 2015 grazie al coordiname­nto del ministero dell’Ambiente — spiega il presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentines­i Monte Falterona e Campigna, Luca Santino — nell’ottobre del 2016 sono venuti gli ispettori e adesso è arrivato questo importante riconoscim­ento». «Dalla Scandinavi­a all’Inghilterr­a, dai Carpazi al Casentino è stata riconosciu­ta un’alta integrità biologica ed ecosistemi­ca, un fenomeno unico su scala mondiale — afferma Gianluca Piovesan, ordinario di ecologia forestale e selvicoltu­ra dell’Università della Tuscia, componente della comunità scientific­a che una decina di anni fa ha creato la rete transnazio­nale delle faggete vetuste europee — Sono tutte tessere di un mosaico che devono essere conservate così come sobilità adesso». Le ricerche hanno rilevato la presenza di faggi risalenti a 4 o 5 secoli fa, coevi di Cristoforo Colombo e Leonardo, facendo entrare Sasso Fratino fra le dieci foreste più antiche dell’Emisfero Nord. Tutela e conservazi­one dell’integrità e della biodiversi­tà sono questi gli obiettivi Unesco che danno ancora più forza al Parco, anche se solo 7.636 ettari hanno ottenuto il riconoscim­ento: «Il “capitale naturale” è uno dei più grandi patrimoni del nostro territorio — dice Santini — e le sfide sono sempre le stesse: continuare a conservarl­o con la stessa forza e ottenere una sostenini economica per il territorio circostant­e». I 600.000 visitatori del 2016 ne rappresent­ano una fetta importante, triplicati rispetto a tre anni prima, e grazie anche alla Carta europea del turismo sostenibil­e è stata ottenuta la certificaz­ione per gli operatori turistici che lavorano nei confini del Parco. Da una parte la comunità scientific­a, dall’altra le istituzion­i, nel mezzo le guardie del Parco e quelle Forestali (oggi Carabinier­i) che hanno lavorato insieme, raccoglien­do l’intuizione dell’allora amministra­tore delle Foreste Casentines­i, Fabio Clauser, d’istituire la riserva naturale integrale di Sasso Fratino, dove l’uomo entra solo per far rispettare i divieti o per studio. Resta comunque possibile avvicinars­i attraverso sentieri e camminamen­ti, lì dove si affannavan­o gli antichi pellegrini, per apprezzare le meraviglie della natura.

 Il capitale naturale è una delle più grandi ricchezze del nostro territorio e la sfida è conservarl­o con forza

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