LO SPAGNOLO, L’INTER E IL GRILLISMO DA CURVA
Le parole di Astori («L’addio di Borja è stato voluto da lui e dalla Fiorentina»), quelle del procuratore dello spagnolo («Siamo felici per il trasferimento all’Inter, la famiglia Della Valle si è comportata benissimo»), la foto del «sindaco» con la maglia nerazzurra numero 20: telenovela finita. O quasi.
Perché, al di là delle dichiarazioni distensive, c’è qualcosa di irrisolto in questa vicenda che poteva senz’altro essere gestita meglio. Da entrambe le parti e in particolare da Borja, che oggi dovrebbe diffondere una lettera aperta alla città e ai tifosi. Quel messaggio audio con toni molto accesi nei confronti del club viola, inviato via WhatsApp a non si sa chi e in un battito di mani diffuso urbi et orbi, lascia infatti più di una perplessità su un calciatore che ha sempre dimostrato di essere un ottimo professionista. Una caduta di stile dovuta all’eccessiva pressione? Può darsi. Ma nella città degli striscioni davanti al Franchi un giorno sì e l’altro pure, nella stagione delle contestazioni a prescindere, un professionista deve saper anche distinguere quando e con chi sfogarsi. Il grillismo delle curve è una delle zavorre del calcio italiano. I giocatori (e chi in generale lavora nel mondo del pallone) dovrebbero imparare a prenderne le distanze. Se non altro per evitare salti nel buio.