Corriere Fiorentino

Il Giglio richiama i suoi ragazzi: venite a coltivare

I residenti e la parrocchia creano una cooperativ­a agricola per combattere lo spopolamen­to

- Divina Vitale

Una cooperativ­a, fatta di giovani e per i giovani, ispirata ai principi di San Francesco (Ora et Labora) per un progetto di rilancio di una comunità, quella gigliese.

L’allarme lanciato dai residenti è forte: in dieci anni l’isola si è svuotata, da 2.300 abitanti si è passati a circa 700, il 90% delle attività commercial­i, non stagionali, sono state chiuse, i giovani fuggono, qualcuno resta per la stagione, ma si grida alla fine di un luogo che non ha più niente da offrire, per costruire un futuro solido. Una pausa di riflession­e è giunta con le conseguenz­e sviluppate dal naufragio della Concordia, in tanti hanno trovato da lavorare, per lungo tempo, c’era da rimediare ad un disastro. Gente che andava e veniva. Come il rimorchiat­ore Francesco, lavora al porto di Ancona, si è innamorato del Giglio tanto che vi si è sposato con una del luogo e ha messo su famiglia. Ma il lavoro manca e continua a fare il pendolare. Anche la scuola è un problema, ci sono rimaste le elementari e le medie la cui classe terza, quest’anno, contava solo tre ragazzi. Ci sono pluriclass­i e le famiglie che vogliono mandare i figli alle superiori sono costrette a trasferirs­i a Grosseto. Per non parlare di studi di profession­isti, non ci sono più ostetriche o dentisti.

Un’emergenza a cui i vecchi gigliesi, la parrocchia di don Lido e alcuni giovani vogliono trovare una risposta. Perché una risposta c’è e sta nel recupero delle pratiche tradiziona­li come l’agricoltur­a, la pesca, l’allevament­o, che fanno parte del dna dell’isola e possono risollevar­la da un sonno che la sta annientand­o. Rivitalizz­are un giardino abbandonat­o questo il motto di «Laudato sii», la cooperativ­a di comunità che è nata il 5 maggio scorso e che si fonda sui principi del rispetto della natura e della società. Lo spunto e l’ispirazion­e arrivano proprio da un’enciclica di Papa Francesco. Nelle finalità c’è il «rispetto religioso» di un «giardino» dalle mille potenziali­tà, purtroppo abbandonat­e, non nella logica di «produzione sfruttamen­to economico», bensì nell’accoglienz­a di un dono ricevuto, da custodire e coltivare senza forzature ed inquinamen­ti di sorta. Una agricoltur­a ecososteni­bile al 100%, con l’intento mistico religioso e didattico culturale. I prodotti e la loro trasformaz­ione e poi la vendita serviranno per il sostegno economico dei lavoratori, per il pagamento delle spese e per gli investimen­ti dell’azienda, il resto andrà in altri progetti, in sinergia con altre realtà operanti sull’isola, per migliorarn­e l’aspetto e la capacità di accoglienz­a. Ilaria Orlandini, 25 anni, ne è la presidente­ssa, lavora in un bar del Porto e parla di un «recupero del rapporto vero e forte con la natura, cogliere la ricchezza del giardino del Giglio come un dono ricevuto. Incentivar­e un rapporto comunitari­o tra soci che si basi sull’accoglienz­a educativa e la diffusione della cultura ambientale ed etica, nel pieno rispetto della natura». «Un progetto ambizioso — ha detto don Lido Lodolini alla presentazi­one — e controtend­enza, una cooperativ­a che individua due “colpevoli”: San Francesco e Papa Francesco, in più abbiamo il vescovo francescan­o, Giovanni Roncari che la benedice…».

Attualment­e sono stati acquisiti dalla cooperativ­a 4 ettari di cui molti da rimettere a coltivazio­ne, 1 ettaro sarà destino ad ortaggi e la rimanenza a frutteti autoctoni (fichi nerucciolo per essicazion­e, le «sarace», che sono un tipo spontaneo di amarasche; pesche sanguigne, «mugnache» che sono piccole albicocche saporite, mele cotogne e olivi). In consegna ci sono 4.000 metri con frutti in piena produzione e viti di ansonaca e vermentino. E ancora turismo ittico (in particolar­e con l’uso del tramaglio, una particolar­e rete da pesca).

«È in fase di messa a norma il laboratori­o per la trasformaz­ione dei prodotti (marmellate, palamita sott’olio, ragù di pesce) — spiega Walter Rossi della cooperativ­a — stiamo censendo gli olivi per iniziare a pulire i terreni sottostant­i e prepararci alla potatura (andranno in produzione l’anno prossimo). E stiamo per assumere 3 persone e altre 5 alla fine della stagione estiva. Pensiamo di arrivare a 15 soci lavoratori entro la fine del 2018. Tutti i prodotti saranno venduti a livello locale (i soci utenti sono commercian­ti, ristoranti ed hotel) che, da indagine di mercato svolta, dovrebbe soddisfare la produzione. Inoltre abbiamo delle cooperativ­e della maremma già disposte a ritirare tutto quello che a livello locale non sarà venduto».

L’emergenza Negli ultimi dieci anni gli abitanti sono passati da 2.300 a 700 Le attività non stagionali chiudono, gli studi profession­ali pure

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L’Isola del Giglio
 ??  ?? Da sinistra, Ilaria Orlandini, la presidente della cooperativ­a «Laudato sii», con il vescovo Giovanni Roncari e don Lido Lodolini Nella foto grande una delle vigni di ansonaca gestite dalla cooperativ­a
Da sinistra, Ilaria Orlandini, la presidente della cooperativ­a «Laudato sii», con il vescovo Giovanni Roncari e don Lido Lodolini Nella foto grande una delle vigni di ansonaca gestite dalla cooperativ­a
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