«Non serve, questa città non ha organizzazione»
Gianni Paolini, come giudica la città da tour operator e da fiorentino?
«I punti dolenti sono chiari a tutti: una cattiva organizzazione dell'affluenza ai musei, una logistica fatta male, un diverso trattamento tra gli operatori singoli e quelli stranieri, l’illegalità, e mi riferisco ai bagarini ma anche a risciò, cart elettrici, tutte realtà che non hanno licenze per operare all’interno del quadro normativo e fiscale. Poi i pullman: la mancanza di normativa produce costi per la città».
La sua azienda, We Like Tuscany, cosa fa per combattere la congestione del centro?
«I pullman li usiamo al contrario, per uscire dalla città. Proponiamo tour su macchine d’epoca, sui van, passeggiate in bici e solo con piccoli gruppi, lavorando con fattorie in esclusiva. Non sappiamo neanche cosa voglia dire visitare Firenze in tre ore».
Eppure esiste, ed è maggioritario.
«Noi evitiamo di farlo ma qualcuno ce li deve pur portare. Il problema è “come” portarli agli Uffizi. Sono argomenti su cui decide la politica».
Molti tour operator si concentrano solo sul quadrilatero romano.
«Purtroppo noi siamo gli ultimi a poter fare qualcosa, siamo l’ultimo anello della catena. Non vedo alcuna colpa da attribuire ai tour operator». E di chi è la colpa allora? «Il problema non sta nella quantità di persone da gestire ma nella qualità dell’accoglienza: in altre città i turisti trovano musei migliori, bagni pubblici funzionanti, servizi online, controlli anti abusivismo. Il problema è politico. Non si può pretendere che a Firenze vengano solo i ricchi ma si può pretendere che chi viene possa godere di servizi e di una città organizzata dove le istituzioni parlano la stessa lingua. Pensiamo al ministro che annuncia il biglietto unico per i musei senza che nessuno ci abbia mai detto nulla. Ma lo sanno che noi vendiamo i nostri pacchetti sei mesi prima?»
Ha rapporti con i bagarini o conosce qualcuno che li ha?
«Spero che non esistano nemmeno, sono uno dei mali. Un tempo esisteva una polizia turistica, poi con la sparizione delle province l’incombenza è passata ai vigili urbani. Risultato: nessuno vigila».
Criticità L’affluenza nelle nostre gallerie è gestita male E il centro è un caos di abusivi e mezzi elettrici