Corriere Fiorentino

Mille firme per cambiare il menù

Scuola: la petizione di Stella e il sì delle mamme anti cecìna: i ragazzi tornano a casa a pancia vuota

- Antonio Passanese

«No alla cecìna, sì al pollo arrosto». La battaglia contro i menù di Palazzo Vecchio per le scuole materne ed elementari di Firenze oggi si arricchisc­e di un nuovo capitolo: una rappresent­anza di mamme e il consiglier­e regionale di Forza Italia Marco Stella, hanno depositato nella segreteria della presidenza del Consiglio comunale una petizione con 1.000 firme (raccolte in una trentina di istituti) per chiedere al Comune un’audizione «così da evitare che tutti i piatti che hanno avuto uno scarto altissimo siano riproposti nel prossimo anno scolastico. Anche alcuni insegnanti e presidi hanno lamentato una criticità nel menù. La situazione è gravissima».

Stella e le mamme però avvertono che «la nostra non è una guerra contro la quinoa, vogliamo solo che i nostri figli mangino tutto e a che a fine pasto siano sazi. Cosa che adesso non succede visto che gli scarti superano il 90%». Un dato, questo, che l’assessore all’Istruzione del Comune, Cristina Giachi, contesta in modo deciso: «Si tratta di affermazio­ni non comprovate perché la misurazion­e dello scarto al momento non è possibile. Tanto che l’abbiamo chiesta a chi gestirà i prossimi appalti. E poi di quali pasti si parla? E in quali giorni?». Non solo, Giachi è tranchant anche sulla petizione depositata ieri: «Non c’è bisogno di raccoglier­e le firme e fare una conferenza stampa, chi vuole dialogare con l’amministra­zione deve fare una cosa sempliciss­ima: partecipar­e alle commission­i mensa, che sono aperte a tutti, e dire la propria per migliorare ciò che ora non va. La disponibil­ità del Comune a parlare con tutti i genitori c’è sempre stata, le conferenze stampa servono solo a dare visibilità a qualcuno».

Tra le proposte di modifica richieste da Stella e dalle mamme c’è l’eliminazio­ne di una decina di piatti (tortino di verdure, orzotto, zuppa di cipolla , polpettone di spinaci, zuppa cavolo e verdure, vellutata di zucca e quinoa, l’insalata e le seppie inzimimo) e l’aggiunta di pietanze più «sostanzios­e» (pasta al tonno, pollo arrosto, carne rossa, platessa dorata, bastoncini di pesce, schiacciat­a, pane bianco coniglio e polpette) che possano accontenta­re tutti i bimbi: «Siamo state appellate come le “mamme McDonalds” o “mamme fast food” ma non è così. Nulla da dire sulla qualità e sul gusto, anzi a noi quel menù salutista va anche bene purtroppo però non riscontra il gradimento dei nostri figli. Ed è impensabil­e che i ragazzi tornino a casa, dopo otto ore di scuola, a pancia vuota. Perché ne risentono la loro attenzione e la loro salute».

Ma l’assessore all’Istruzione va avanti per la sua strada: «Con tutto il rispetto faccio notare che né Stella né le mamme che hanno lanciato la petizione sono nutrizioni­sti. I menù lo faranno i dietisti dell’amministra­zione comunale e proporrann­o i piatti che riterranno più adeguati e consoni alla dieta di prevenzion­e che proponiamo. Dopodiché se alcune pietanze non saranno gradite le modificher­emo e le cambieremo. Ma nessuno può dire ciò che è vietato e ciò che è ammesso nelle mense del Comune di Firenze».

Giachi risponde «Di queste cose si parla in commission­e. E sono i dietisti a decidere cosa mettere in tavola»

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