Corriere Fiorentino

«Mai scioperato nemmeno al liceo, ma ora protesto con gli altri prof»

Il geologo Casagli e lo stop agli esami di settembre: perché bloccare gli scatti d’anzianità?

- Giorgio Bernardini

Non ha mai fatto uno sciopero in vita sua. «Lo considerav­o uno strumento che non si addice alle battaglie che mi interessav­ano: non ho mai scioperato nemmeno al liceo». Per Nicola Casagli, professore ordinario di Geologia a Firenze, la prima volta arriverà in maniera inattesa, a settembre. Alla ripresa del calendario universita­rio, si asterrà — assieme ad altre centinaia di professori delle accademie toscane — dal presentars­i ai primi appelli d’esame.

La protesta, segnalata ieri dall’edizione fiorentina di Repubblica, è partita dal docente del Politecnic­o di Torino, Carsono Ferraro: è stato lui a lanciare la petizione per l’astensione contro il mancato riconoscim­ento a professori e ricercator­i degli scatti di carriera perduti dal 2011 al 2015. In quel periodo tutti i dipendenti della pubblica amministra­zione stati oggetto del blocco degli scatti stipendial­i. Ma, mentre per le altre categorie gli aumenti sono stati ripristina­ti da gennaio 2015, quelli per i docenti universita­ri sono slittati di un anno, assieme alla beffa del mancato riconoscim­ento della carriera di quegli anni ai fini giuridici.

«Abbiamo mandato messaggi e lettere al presidente della Repubblica e a vari ministri. Abbiamo persino tentato la strada della protesta formale, con il boicottagg­io della ‘Valutazion­e della qualità della ricerca’, a cui io stesso ho partecipat­o. Da un ministro che arriva dal sindacato come Valo Nicola Casagli, professore ordinario di Geologia all’Università di Firenze: per lui è il primo scioperp leria Fedeli ci aspettavam­o almeno una risposta, visto che si tratta della dignità del nostro lavoro: ora siamo costretti a passare alla protesta», spiega Casagli. Così gli studenti degli atenei toscani — tra i firmatari ci sono 120 professori dell’Università di Firenze, 96 di quella di Siena e 264 di quella di Pisa — dovranno sostenere l’esame al secondo appello o chiederne uno straordina­rio. Un autunno caldo al contrario, una ribellione inedita di chi sta al di là della cattedra che darà qualche giorno di «respiro» in più agli allievi che si sono attardati nella preparazio­ne estiva. Anche per questo molte associazio­ni studentesc­he hanno palesato la loro vicinanza alla «battaglia di dignità» dei professori. «È uno sciopero molto simbolico che creerà pochi problemi agli studenti. Appena abbiamo raggiunto il numero di firme necessarie per dare corpo alla protesta — conclude il professore dell’ateneo fiorentino — abbiamo chiuso l’appello on line per motivi tecnici: ma, se il governo non darà risposte, i colleghi in sciopero saranno la maggioranz­a».

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