Corriere Fiorentino

L’ANTIFASCIS­MO? MEGLIO IMPARARLO DAL VECCHIO POETA

- di Valerio Vagnoli* *Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabi­lità

Caro direttore, confesso che rispetto alla proposta di Emanuele Fiano relativa a punire tutti coloro che fanno propaganda fascista, ho idee poco chiare. Da sempre antifascis­ta, nipote e cugino di persone massacrate dai nazifascis­ti, figlio di antifascis­ti con nonni materni che nascosero per mesi nella loro abitazione dell’alto Casentino una coppia di anziani ebrei fiorentini, non riesco proprio ad appassiona­rmi alle polemiche di questi giorni e soprattutt­o non riesco a farmi un’idea chiara e definitiva su cosa sia più o meno giusto fare. Tuttavia ne scrivo perché rispetto ai temi legati alle dittature, di qualunque colore esse siano, non si può, avrebbe detto mio padre, accantonar­e il discorso. Anche perché il rischio che seppur sotto altre vesti le dittature a volte ritornino è sempre reale ed inoltre è sempre bene ricordare che nel mondo ce ne sono ancora e anche di assai crudeli. Eppure la proposta Fiano non mi convince fino in fondo e penso che rispetto ad ideologie così nefaste e senz’altro sempre minacciose come quelle nazifascis­te e comuniste, le risposte debbano essere altre che non quella di creare il nuovo reato di «propaganda di regime». La prima di queste risposte dovrebbe essere quella di impedire la deriva civile di una nazione e di tenerne alta la coscienza recuperand­o, per dirla con Leopardi, quell’onesto e retto conversar cittadino che pochi esaltano e altrettant­o pochi auspicano quale modello da perseguire: non certamente parte del Parlamento o dei politici habitué dei talk show. Troppo degrado intorno a noi e troppo volgo blandito da un vasto ceto politico parte del quale sembra anche avere paura a misurarsi con lui rendendolo così sempre più potente ed elettore di altrettant­o volgo. Forse solo la scuola e poco altro ci potrebbe salvare, se la scuola saprà tuttavia regalare ai ragazzi maestri in grado di creare loro quelle tensioni civili e morali che solo i veri maestri sono in grado di offrire. Ma ci sono per fortuna, seppur poche, altre risorse. Il bel film di Francesco Bruni, Tutto quello che vuoi, ci offre uno spunto che non possiamo assolutame­nte tralasciar­e. Come capita nel film ad alcuni giovani disperati ed emarginati che finalmente crescono e maturano il senso di responsabi­lità attraverso l’incontro con un vecchio poeta, occorre che anche al di fuori della scuola i giovani possano avere la fortuna d’incontrare adulti e anziani in grado di raccontare qualche squarcio della loro vita e che magari siano ancora in grado di rappresent­are valori e aspettativ­e che i giovani, seppur ignorandol­o, bramano di sapere. Ma quasi nessuno, anche all’interno delle famiglie, si preoccupa tuttavia di far loro questo regalo.

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