Corriere Fiorentino

Tomovic, l’ultimo samurai (che resiste alla rivoluzion­e)

- di Michela Lanza

Tutto cambia, lui resta. Per Nenad Tomovic (169 presenze e 1 gol con la maglia viola) è il sesto anno consecutiv­o di ritiro in Val di Fassa. Passano le stagioni, i calciatori, gli allenatori e anche i dirigenti, ma il difensore serbo è sempre presente da quando la Fiorentina viene a preparare il campionato a Moena.

È arrivato nel 2012 con Montella alla guida, è rimasto nei due anni di Sousa, e oggi è ancora qui, pronto a far parte del nuovo ciclo targato Stefano Pioli. E poco importa se in cinque anni la Fiorentina ha pian piano perso le sue «stelle» (da Cuadrado a Gonzalo Rodriguez, da Jovetic a Borja Valero): con la maglia da titolare o in panchina, lui non ha mai lasciato Firenze. Questo perché tutti gli allenatori che si sono avvicendat­i lo hanno voluto. Chi in questi anni in viola ha avuto modo di conoscerlo bene, giura che di persone serie come lui, nel calcio, non ce ne sono tante. Proprio per questo è stato sempre considerat­o un elemento importante nel gruppo. Sia per motivazion­i tecniche che per doti caratteria­li.

Tomovic è un giocatore duttile, un jolly anche all’interno di una stessa partita: può essere impiegato come terzino destro, sinistro e come centrale. Può giocare in una difesa a tre o in una difesa a quattro, garantendo un certo equilibrio. E poco importa se le sue prestazion­i non sono mai state da 10 in pagella, quello che conta è che Tomovic, sia considerat­o affidabile. Un uomo prima che un giocatore, che si commuove e si dispera dopo un errore fatale (tutti si ricorderan­no le sue lacrime dopo l’errore con il Napoli) e che dà tutto quando scende in campo.

E caratteria­lmente, Nenad, com’è? Un uomo silenzioso, introverso, che parla poco, ma che quando prende confidenza riesce a scherzare come un bambino. E poi è rispettoso, educato, tra i più precisi dello spogliatoi­o. Anche a Moena ha sempre dimostrato di essere disponibil­e con tutti: quando i tifosi lo hanno incontrato in paese, difficilme­nte si è negato per autografi o una foto. E quando ha avuto qualche ora di libertà l’ha sempre sfruttata andando a pescare o gicando a ping pong. Fino all’anno scorso in compagnia del suo (ex) compagno Ilicic, quest’anno chissà.

Certo, negli anni di giocatori dell’Est con i quali ha legato particolar­mente non ne sono mancati: da Savic a Ljajic (col quale si sente ancora spesso), da Ilicic a Kalinic. E tra poco raggiunger­à la squadra il neo acquisto viola Milenkovic che, con ogni probabilit­à, dividerà con lui la camera. Anche perché, essendo Tomovic uno dei veterani dello spogliatoi­o, può fargli da chioccia. Non è un caso che anche Astori, il capitano in pectore, lo abbia individuat­o come uno dei leader della squadra: «Non importa giocare 40 partite per essere considerat­i leader dal gruppo. E Nenad, uno che crede nella maglia, lo è». Un punto di riferiment­o soprattutt­o per i giovani che — dice chi lo conosce da anni — dovrebbero osservarlo per prenderlo ad esempio per come ci si allena e per capire cosa significa fare il profession­ista.

Sei anni di fila Ha sempre partecipat­o ai ritiri in Val di Fassa Farà da chioccia al baby Milenkovic

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Tomovic a colloquio con mister Pioli

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