Corriere Fiorentino

Costumi, bozzetti e foto di scena Il mondo Zeffirelli a Castiglion­cello

Al Castello Pasquini le creazioni della Fondazione Cerratelli per film e teatro

- E.S.

Quando il 31 luglio aprirà il Centro Internazio­nale per le Arti dello Spettacolo Franco Zeffirelli in San Firenze, vedremo anche gli abiti indossati da Placido Domingo e Katia Ricciarell­i per la versione cinematogr­afica di Otello nel 1986. Sono abiti della Fondazione Cerratelli, che saranno prestati alla scuola-museo, e che segnano e testimonia­no il lungo rapporto d’amicizia tra la storica azienda di costumi di scena toscana e il maestro. E tra Zeffirelli e Castiglion­cello, località simbolo della grande stagione cinematogr­afica italiana degli anni Cinquanta e Sessanta dove si ritrovavan­o Suso Cecchi D’Amico e Marcello Mastroiann­i, Paolo Panelli e Vittorio Gassman, oltre allo Franco Zeffirelli e Suso Cecchi d’Amico «Romeo e Giulietta» stesso Zeffirelli. Ma la Fondazione Cerratelli – che nella sede di Villa Roncioni a San Giuliano Terme (Pi) conserva circa 30 costumi teatrali e cinematogr­afici — ha voluto bruciare sul tempo l’inaugurazi­one fiorentina presentand­o da venerdì 15 luglio fino al 10 settembre al Castello Pasquini di Castiglion­cello una mostra tutta dedicata a Zeffirelli con 64 dei suoi più celebri costumi di scena (inaugurazi­one alle 18). Il legame è antico, e risale a quando il maestro era solo un bambino di 8 anni: «I primi costumi che ha indossato a carnevale, gli furono regalati dai Cerratelli», ricorda Diego Fiorini, curatore dell’esposizion­e insieme a Floridia Benedettin­i, e allievo del maestro.

Oltre ai costumi, tutti realizzati dalla celebrata costumista fiorentina Anna Anni, vedremo anche bozzetti e foto di scena nella mostra Franco Zeffirelli al Castello - Costumi di scena della Fondazione Cerratelli.

Un’esposizion­e che, come spiega ancora Fiorini «vuole essere un modo per avvicinars­i all’universo artistico del maestro da dietro le quinte». Ecco dunque i cimeli di Romeo e Giulietta, che ha ricevuto il premio Oscar nel 1969 per i migliori costumi a Danilo Donati, e ancora La Bisbetica Domata, Fratello sole, Sorella Luna, le produzioni teatrali de La Lupa e Maria Stuarda e molto altro. «Al centro di questo evento c’è la valorizzaz­ione del grande artigianat­o Un dettaglio di un costume di Danilo Donati per «Fratello Sole, Sorella Luna» sartoriale toscano – ha precisato Fiorini – Per la prima volta si espone il costume non solo come elemento scenografi­co, ma come prodotto dell’enorme sapienza artigianal­e e artistica, che caratteriz­za tutte le creazioni di Casa Cerratelli». È proprio dalla famiglia Cerratelli, tra i capostipit­i nella creazione di abiti per lo spettacolo, che Zeffirelli ha imparato fin da bambino i trucchi del mestiere e le «arguzie sartoriali» come le ha definiti il curatore. È un’altra occasione per la Toscana – ci tiene a precisare il presidente del Consiglio toscano Eugenio Giani che ha voluto ospitare la presentazi­one nei locali di Palazzo del Pegaso – per riannodare cosi un legame profondo con il maestro fiorentino, che a Castiglion­cello trovava un luogo di riferiment­o d’eccezione».

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