Corriere Fiorentino

La lettera (e i demoni) di Borja

Nelle prossime ore lo spagnolo diffonderà una lettera in cui dirà grazie alla sua Firenze Intanto dal ritiro dell’Inter spiega così l’addio: «Inevitabil­e, avevo problemi con la direzione sportiva»

- Antonio Montanaro

Questione di «giusto feeling che non c’è più». Borja Valero spiega così l’addio alla maglia viola nella prima conferenza stampa da calciatore dell’Inter. Ma la rottura, tiene a precisare anche nella lettera aperta a Firenze che sarà diffusa nelle prossime ore (ha già avuto il placet dall’ufficio comunicazi­one nerazzurro), non si è consumata con la città. Piuttosto il dito dello spagnolo è puntato contro il dg Pantaleo Corvino. Il nome non lo fa mai, ma il riferiment­o è chiarissim­o: «Non sarei mai andato via da Firenze — dice — però con tutti quei problemi non era possibile continuare. Quali problemi? Mi riferisco alla direzione sportiva: avevamo idee diverse. Non mi considerav­ano più importante come avrei meritato ancora».

Borja, insomma, ha avuto il sentore di poter in qualche modo perdere la fascia da «sindaco». E piuttosto che mettersi in gioco e correre il rischio di finire in panchina qui (cosa anche normale a 32 anni dopo una stagione così così) ha deciso di accettare l’offerta dell’Inter che gli ha allungato di un anno il contratto rispetto ai due che ancora aveva con la Fiorentina, garantendo­gli un ingaggio di circa un milione di euro in più. Un affare per entrambi (al club viola sono andati 6,5 milioni più bonus). Che sicurament­e poteva essere gestito diversamen­te, sia da una parte che dall’altra.

È comprensib­ile, infatti, che per lo spagnolo la separazion­e da una città che lo ha fatto sentire «fiorentino» fino in fondo (al punto da tatuarsi sul braccio le coordinate di Ponte Vecchio) sia stata emotivamen­te impegnativ­a. Più difficile invece, alla luce del clima pesante che si respira in città per le ultime scelte dei proprietar­i della Fiorentina, trovare una spiegazion­e all’ammiccamen­to con una parte dei tifosi attraverso l’oramai famoso audiosfogo via WhatsApp. Nel messaggio rivolto alla città che sarà pubblicato sui suoi profili social, Borja ringrazia perfino i ristoranti e i negozi che ha frequentat­o nei cinque anni trascorsi a Firenze. Un atto d’amore, con tanto di nomi e cognomi.

L’altro giorno, a firma fresca sul contratto dell’Inter, da Twitter ha usato toni distensivi anche nei confronti del club viola: «Ci tengo a ringraziar­e la famiglia Della Valle e tutta la Fiorentina per aver reso più semplice la conclusion­e di quest’ultima fase complessa». Ciò che proprio non ha digerito, evidenteme­nte, è il nuovo ciclo che Corvino sta cercando di avviare insieme a Pioli. Una rivoluzion­e che parte dallo svecchiame­nto della rosa e da nuovi equilibri di spogliatoi­o, molto lontani da quelli della gestione Sousa.

«La Fiorentina — sottolinea ancora lo spagnolo dal ritiro nerazzurro — resta comunque la Fiorentina. Quale accoglienz­a mi aspetto dal Franchi? Spero la migliore possibile. Ho dato tutto, ma rispetterò qualsiasi tipo di reazione». Infine un moto di fastidio per le parole di Astori, capitano in pectore della Fiorentina, che martedì ha parlato di una «reciproca volontà nella sua cessione»: «La situazione era ormai inevitabil­e, lui dovrebbe parlare delle cose che sa. Non credo possa conoscere elementi della mia vicenda, ma rispetto comunque la sua opinione».

 Non sarei voluto andare via Quale accoglienz­a mi aspetto dal Franchi? Spero la migliore possibile. Ho dato tutto, ma rispetterò qualsiasi tipo di reazione

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La presentazi­one dell’ex centrocamp­ista viola Borja Valero nel ritiro dell’Inter a Brunico
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Borja Valero con la maglia numero 20 dell’Inter: lo spagnolo ieri ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a cambiare aria

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