La lettera (e i demoni) di Borja
Nelle prossime ore lo spagnolo diffonderà una lettera in cui dirà grazie alla sua Firenze Intanto dal ritiro dell’Inter spiega così l’addio: «Inevitabile, avevo problemi con la direzione sportiva»
Questione di «giusto feeling che non c’è più». Borja Valero spiega così l’addio alla maglia viola nella prima conferenza stampa da calciatore dell’Inter. Ma la rottura, tiene a precisare anche nella lettera aperta a Firenze che sarà diffusa nelle prossime ore (ha già avuto il placet dall’ufficio comunicazione nerazzurro), non si è consumata con la città. Piuttosto il dito dello spagnolo è puntato contro il dg Pantaleo Corvino. Il nome non lo fa mai, ma il riferimento è chiarissimo: «Non sarei mai andato via da Firenze — dice — però con tutti quei problemi non era possibile continuare. Quali problemi? Mi riferisco alla direzione sportiva: avevamo idee diverse. Non mi consideravano più importante come avrei meritato ancora».
Borja, insomma, ha avuto il sentore di poter in qualche modo perdere la fascia da «sindaco». E piuttosto che mettersi in gioco e correre il rischio di finire in panchina qui (cosa anche normale a 32 anni dopo una stagione così così) ha deciso di accettare l’offerta dell’Inter che gli ha allungato di un anno il contratto rispetto ai due che ancora aveva con la Fiorentina, garantendogli un ingaggio di circa un milione di euro in più. Un affare per entrambi (al club viola sono andati 6,5 milioni più bonus). Che sicuramente poteva essere gestito diversamente, sia da una parte che dall’altra.
È comprensibile, infatti, che per lo spagnolo la separazione da una città che lo ha fatto sentire «fiorentino» fino in fondo (al punto da tatuarsi sul braccio le coordinate di Ponte Vecchio) sia stata emotivamente impegnativa. Più difficile invece, alla luce del clima pesante che si respira in città per le ultime scelte dei proprietari della Fiorentina, trovare una spiegazione all’ammiccamento con una parte dei tifosi attraverso l’oramai famoso audiosfogo via WhatsApp. Nel messaggio rivolto alla città che sarà pubblicato sui suoi profili social, Borja ringrazia perfino i ristoranti e i negozi che ha frequentato nei cinque anni trascorsi a Firenze. Un atto d’amore, con tanto di nomi e cognomi.
L’altro giorno, a firma fresca sul contratto dell’Inter, da Twitter ha usato toni distensivi anche nei confronti del club viola: «Ci tengo a ringraziare la famiglia Della Valle e tutta la Fiorentina per aver reso più semplice la conclusione di quest’ultima fase complessa». Ciò che proprio non ha digerito, evidentemente, è il nuovo ciclo che Corvino sta cercando di avviare insieme a Pioli. Una rivoluzione che parte dallo svecchiamento della rosa e da nuovi equilibri di spogliatoio, molto lontani da quelli della gestione Sousa.
«La Fiorentina — sottolinea ancora lo spagnolo dal ritiro nerazzurro — resta comunque la Fiorentina. Quale accoglienza mi aspetto dal Franchi? Spero la migliore possibile. Ho dato tutto, ma rispetterò qualsiasi tipo di reazione». Infine un moto di fastidio per le parole di Astori, capitano in pectore della Fiorentina, che martedì ha parlato di una «reciproca volontà nella sua cessione»: «La situazione era ormai inevitabile, lui dovrebbe parlare delle cose che sa. Non credo possa conoscere elementi della mia vicenda, ma rispetto comunque la sua opinione».
Non sarei voluto andare via Quale accoglienza mi aspetto dal Franchi? Spero la migliore possibile. Ho dato tutto, ma rispetterò qualsiasi tipo di reazione