Prima lo sgombero poi il doppio corteo Traffico paralizzato
Bus in tilt e disagi alla circolazione ieri in città. I disagi sono stati causati da un corteo di protesta per le vie di Firenze, dopo lo sgombero di un edificio da parte della polizia ieri mattina in via Luca Giordano. I manifestanti, una cinquantina tra ex occupanti dello stabile, militanti del Movimenti di lotta per casa e esponenti di area antagonista, subito dopo lo sgombero si sono diretti verso Palazzo Vecchio, sede del Comune, controllati a distanza dalla polizia in assetto antisommossa. «Andremo al Comune — aveva spiegato il portavoce del Movimento, Luca Toscano — per chiedere che sia data una sistemazione alle persone sgomberate». Poco prima di partire in corteo, i manifestanti avevano bloccato il traffico lungo il cavalcavia delle Cure, venendo poi allontanati dalla polizia. Nell’edificio occupato, gli ex magazzini dell’ospedale pediatrico Meyer, viveva al momento una ventina di persone, per lo più di nazionalità somala. Nello stabile di via Giordano c’era anche una delle sedi del Movimento Lotta per la Casa, che non molto tempo fa ha perso il suo leader carismatico: Lorenzo Bargellini. I manifestanti sono stati poi fermati in via Cavour, all’ingresso di piazza San Marco. «Comune vergogna», lo slogan più ritmato, mentre gli attivisti del Movimento si sono seduti in terra. Un tratto di strada quindi è stato chiuso, con il traffico che è stato fatto deviare. L’area invece è stata presidiata dagli agenti di polizia con un lungo cordone: la manifestazione è stata seguita dagli investigatori della Digos. «Per le 18 abbiamo convocato una manifestazione, un corteo con concentramento da piazza San Marco», aveva spiegato il portavoce del Movimento. Perché, aveva aggiunto, «il Comune, che ancora non si è fatto vedere, deve muoversi e trovare subito delle soluzioni per risolvere la situazione». Il corteo poi ha percorso via Cavour all’opposto, finendo sui viali e terminando il percorso in piazza dei Ciompi: caos per le auto. Il Comune non era presente con i servizi sociali alla manifestazione: i somali sgomberati non hanno ricevuto alternative. Da Palazzo Vecchio hanno fatto sapere che «nell’occupazione non c’erano minori coinvolti e quindi nel Comitato per la sicurezza è stato deciso di non dare al momento accoglienza a nessuno».