«Il fascismo non è un gadget» Stazzema e Marzabotto con Fiano
Appello dei due sindaci: «Pieno appoggio alla proposta di legge del Pd»
«Non è possibile derubricare a folklore o richiamare la libertà di parola allorché si parla di nazismo e fascismo che avevano nel loro dna la violenza e la soppressione del dissenso». Così Maurizio Verona e Romano Franchi, sindaci del Comune versiliese di Stazzema e di quello bolognese di Marzabotto, si schierano con la proposta di legge del parlamentare Emanuele Fiano, mirata a punire la propaganda del fascismo in tutte le sue forme. Uomini Pd, Verona e Franchi, ma soprattutto primi cittadini di due territori teatri di eccidi nazisti nel 1944 (il 12 agosto a Sant’Anna di Stazzema, fra il 29 settembre e il 5 ottobre a Marzabotto e nelle vicine località di Grizzana Morandi e Monzuno) costati la vita a 1331 civili, fra cui molte donne e bambini. Nonostante gli oltre 70 anni trascorsi, le parole ‘fascismo’ e ‘nazismo’ da queste parti fanno ancora correre brividi lungo la schiena. «Oggi — aggiungono i sindaci — mentre continuiamo a ricordare con orrore le stragi, assistiamo ad un proliferare di messaggi che inneggiano a ideologie che di quelle stragi furono colpevoli. Italia e Germania sono paesi democratici e le nostre comunità sono impegnate da tempo nel gettare le basi di un’Europa in cui mai più la razza, il colore della pelle, la religione e il diverso credo politico possano essere motivo di esclusione, denigrazione, marginalizzazione e violenza». Verona e Franchi puntano anche l’attenzione sul «proliferare di oggetti che esaltano il Duce ed il fascismo venduti liberamente nelle bancarelle, nei mercatini alla stregua di gadget o souvenir che offendono la memoria di chi è morto per l’affermarsi di quelle ideologie». Da qui, dunque, la strenua difesa della proposta di legge di Fiano «che impedisce l’ostentazione pubblica e la diffusione di messaggi per i quali i nostri giovani, in particolare, non hanno ancora gli strumenti giusti per comprendere».