Kalinic è nervoso e Pioli lo liquida
Il via libera dell’allenatore all’abbandono del ritiro. I veleni tra Corvino e il manager
Nervoso e poco concentrato. Così Stefano Pioli avrebbe descritto Kalinic ai suoi dirigenti dopo un paio di giorni di allenamento. A niente insomma sarebbero valsi i colloqui faccia a faccia tra allenatore e giocatore avuti a Moena: Kalinic vuole il Milan e dalla Croazia, nella sua Spalato e insieme al suo procuratore Erceg, sta studiando la prossima mossa da fare per raggiungere il suo obiettivo.
I «motivi familiari» che gli hanno fatto abbandonare il ritiro insomma non cancellano nè il malumore di fondo per una trattativa (coi rossoneri) che stenta a decollare, né il fastidio di un tecnico che nonostante i suoi modi gentili, le pacche sulle spalle, i sorrisi e gli abbracci, si è visto sbattere la porta in faccia. La guerra fredda dunque continua, anche se la posizione viola non cambia di una virgola: per cedere il suo centravanti la Fiorentina chiede 30 milioni cash e senza contropartite tecniche. Altrimenti il club, tra qualche giorno (per il rientro di Kalinic al momento non c’è una data fissata), pretenderà il ritorno in Italia del croato.
C’è di più, però. Perché tra il dg viola Pantaleo Corvino e il manager dell’attaccante sarebbero volate parole grosse via sms, tra accuse, promesse non mantenute e rancori. Un episodio che di sicuro non aiuta a risolvere l’ennesimo caso dell’estate viola. Dalla parte di Kalinic infatti si aspettano che dopo il no alla Cina del gennaio scorso, la Fiorentina tenga una linea più indulgente e permetta a Nikola di andare altrove, a guadagnare di più e a lottare per traguardi ambiziosi.
Corvino però l’ha già detto anche pubblicamente: «Non ho mai promesso nulla a Kalinic». Il braccio di ferro così rischia di fare il paio con quello appena finito con Borja Valero. In questo caso però, il Milan non è l’Inter, nel senso che il Diavolo per il momento non sembra intenzionato ad affondare il colpo. La squadra di Montella sarà in tournèe in Cina fino al 21 luglio e in questi giorni (proprio in occasione dell’amichevole tra Milan e Borussia) incontrerà il Dortmund per Aubameyang. Che per il momento resta l’obiettivo numero uno dei rossoneri. L’alternativa invece sarebbe Belotti, un altro pallino del nuovo Milan cinese che si è messo in testa di lottare per il titolo. Per vestirsi di rossonero dunque Kalinic dovrà fare il tifo perché queste due trattative sfumino. E aspettare il suo turno.
A Montella Kalinic piace, ma i suoi dirigenti non lo valutano più di 20 milioni: una differenza enorme rispetto al valore della clausola rescissoria (50) e la valutazione fatta dalla Fiorentina. Come finirà questa storia? Domanda senza risposta per il momento. Di certo un rilancio di qualche club di Premier (a gennaio c’era l’Everton, che però adesso ha preso Rooney) potrebbe accontentare tutti e far dimenticare a Kalinic l’idea rossonera. Lo scenario più probabile però, almeno per questa fine di luglio, sembra il ritorno di Nikola alla corte di Pioli. Difficile infatti che la Fiorentina gli consenta di stare settimane intere a casa, in attesa di novità dal mercato. In tutto questo il Cholito Simeone resta in ghiacciaia (ma fino a quando?), mentre Pioli continua a lavorare. Con la sua barba da asceta e l’entusiasmo del primo giorno. Ma con pochissima voglia di prendersi altre porte in faccia.