Corriere Fiorentino

La lite col tassista negli sms dei clienti

Si cercano conferme alla versione dei due ragazzi che negano la rapina. Ghirelli ancora grave

- Antonella Mollica

Restano stazionari­e le condizioni del tassista ritrovato in stato di incoscienz­a mercoledì pomeriggio nella sua abitazione a San Niccolò, con tutta probabilit­à per le conseguenz­e di un’aggression­e avvenuta durante la notte in strada.

Gino Ghirelli, 67 anni, è sempre ricoverato nel reparto di rianimazio­ne a Careggi in prognosi riservata ed è tenuto dai medici in coma farmacolog­ico. La settimana prossima, se il quadro clinico non dovesse cambiare, i sanitari proveranno a risvegliar­lo. Solo così si potrà capire se ci siano stati danni.

Intanto le indagini degli investigat­ori della squadra mobile stanno andando avanti per ricostruir­e cosa è accaduto nella notte tra martedì e mercoledì. Si cercano le conferme al racconto dei due ragazzi ventenni che hanno preso il taxi «Parigi 36» mercoledì all’1.30 alla Loggia del Porcellino per farsi portare in piazza Beccaria. Lì, secondo il loro racconto, sarebbe avvenuta la lite con il tassista. Lite per futili motivi, hanno spiegato i due ragazzi, non c’è stato alcun tentativo di rapina. Non avevano i soldi per pagare la corsa e quando il tassista ha detto che non potevano pagare con il bancomat ma che ci volevano i contanti, i due ragazzi si sono fatti accompagna­re a uno sportello per prelevare i soldi.

La discussion­e tra il tassista e i due clienti sarebbe degenerata poi al di fuori del taxi, in piazza Beccaria. Sarebbe partita una testata, poi un cazzotto, infine qualche calcio. Ma quando il tassista è andato via, hanno ripetuto i ragazzi, stava bene: «Non avremmo mai immaginato quello che poi abbiamo sentito in television­e, che quell’uomo era in fin di vita per un’aggression­e a scopo di rapina».

Per questo hanno deciso di presentars­i dai carabinier­i di San Piero a Ponti giovedì sera, per cercare di chiarire prima possibile la loro posizione. Assistiti dall’avvocato Vittorio Sgromo i due ragazzi sono stati ascoltati per diverse ore in questura, adesso gli investigat­ori, coordinati dal pm Paolo Barlucchi, dovranno mettere in fila tutti i dettagli del racconto e ricostruir­e il quadro di quella notte.

Si cerca in primo luogo tra i filmati delle telecamere qualche immagine che aiuti a riscontrar­e un racconto che sembra comunque attendibil­e. Al vaglio degli investigat­ori ci sono anche i messaggi che i ragazzi quella notte, dopo la lite con il tassista, si sono scambiati per commentare l’accaduto. In quel momento non potevano sapere quello che sarebbe successo dopo e per questo quei messaggi che riportano alcuni dettagli precisi della lite vengono considerat­i genuini.

Gino Ghirelli è stato trovato mercoledì pomeriggio dalla figlia nel salotto, era incoscient­e e con una ferita alla tempia sinistra. Alle 2.20 della notte, quasi un’ora dopo la lite con i due ragazzi, una volta arrivato a casa è stato lui a chiamare la centrale operativa dei taxi per dire che era stato aggredito da due ragazzi che non volevano pagare e che l’avevano preso a testate. «Ho una ferita al sopraccigl­io», aveva detto. «Avvisa i colleghi di non caricare quei due ragazzi, uno alto, l’altro più basso, italiani con accento romano». Così, quando sono partiti i soccorsi, è stata avviata anche l’indagine della polizia per identifica­re quegli ultimi due passeggeri che erano saliti sul taxi.

Le indagini Confermata la traccia di un prelievo al bancomat per pagare la corsa

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Il parcheggio dei taxi in piazza Beccaria dove è avvenuta la lite tra il tassista e i due ragazzi

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