Freccia ferma, trappola in galleria In 500 restano al buio per tre ore
Guasto al treno per Milano sotto a Monte Morello. Salta anche l’aria condizionata: malori e attacchi di panico
Il Frecciarossa si guasta e si ferma in galleria. Quasi cinquecento passeggeri restano per quasi tre ore al buio, senza aria condizionata. Tra malori per l’aria irrespirabile e attacchi di panico per la claustrofobia. Con i passeggeri costretti ad aprire le porte del treno e scendere sulla banchina, mentre a pochi metri passano i treni a 300 chilometri all’ora. Ieri mattina, attorno alle 10,30, il Frecciarossa SalernoMilano 9514, poco dopo essere ripartito da Firenze con 14 minuti di ritardo sull’orario programmato, appena imboccata la galleria di Vaglia, quella tra Castello e San Piero a Sieve che passa sotto monte Morello, va in black out: le luci si spengono, i locomotori si fermano. Buio, treno immobile, niente più aria condizionata, gabinetti senz’acqua. In alcune carrozze si accendono le luci di emergenza, in altre invece è buio pesto. Tra i passeggeri è il caos, c’è paura. Ma poco a poco viene fuori un problema peggiore, il caldo, che aumenta sempre di più col passare dei minuti. Nelle carrozze ci sono crisi di panico, alcuni malori. Nella numero 9, di seconda classe, una donna sviene. I passeggeri aprono le porte per far entrare un po’ d’aria, alcuni di loro scendono sulla banchina a poche decine di centimetri dai treni che viaggiando in direzione Sud corrono a trecento all’ora. Il personale di bordo prima invita i passeggeri a tornare sul treno; poi, di fronte al rifiuto, fa partire messaggi per invitarli a stare attenti ai convogli in corsa. I controllori (assieme ad alcuni dipendenti di Trenitalia fuori servizio, che sono a bordo e che si rimettono la giacca della divisa per dare una mano) si mobilitano: c’è chi porta bottiglie d’acqua e biscotti, c’è un controllore che prende per mano una donna con una crisi di panico e le fa fare due passi sulla banchina, c’è un suo collega che per un’ora sventola una rivista sul volto della signora svenuta per il caldo. Ma non è così per tutti: se per i viaggiatori di prima classe e per quelli delle carrozze centrali della seconda, l’assistenza è buona, negli scompartimenti di seconda in fondo al treno non ci sono né informazioni, né luci di emergenza, né bottigliette d’acqua. «Passeggeri disperati, esperienza da non augurare a nessuno. Manca l’aria, da svenire senz’acqua e senza info» twitta dal treno la giornalista Rai Maria Leitner. Ci vogliono quasi tre ore prima che il Frecciarossa venga raggiunto da un locomotore che lo rimorchia fino a Santa Maria Novella, dove arriva attorno alle 13,45. Il treno sostitutivo è di fronte, sulla stessa banchina: così il trasferimento si fa in un attimo, mentre il personale di terra distribuisce acqua e biscotti ai viaggiatori infuriati. La donna svenuta, una quarantenne, viene invece presa dall’ambulanza del 118 e portata al pronto soccorso di Santa Maria Nuova. Verrà dimessa nel pomeriggio. Tutti gli altri viaggiatori arrivano a Milano alle 15,39, con 239 minuti di ritardo rispetto all’orario programmato. Con ritardi a cascata anche sui treni rimasti in coda all’imbocco della galleria.Cos’è successo al Frecciarossa guasto? Trenitalia (che rimborserà l’intero biglietto ai passeggeri) parla di un problema al motore, ma non ha ancora fatto l’ispezione sul treno, gli alta velocità vengono revisionati a Roma o a Milano, non nelle officine di Firenze. Ma i passeggeri raccontano che dei problemi erano emersi molto prima del black out: «Sono salito a Roma Tiburtina — racconta Paolo Tedeschi, dirigente di Canon Italia — Poco dopo la partenza, le luci dello scompartimento si sono spente e riaccese più di una volta. Non sono un ingegnere, ma temo che si sia voluto rischiare e andare avanti, malgrado ci fossero le avvisaglie di un problema».