Le Mulina, Nocentini e Tani verso l’archiviazione
Si sgonfia l’inchiesta sulla gara d’appalto per la valorizzazione dell’ippodromo Le Mulina. Era esplosa nel dicembre scorso con una raffica di perquisizioni e l’iscrizione sul registro degli indagati di cinque persone, tra cui imprenditori, manager e un ex dirigente di Palazzo Vecchio vicini al segretario Pd Renzi. Adesso la Procura chiede il rinvio a giudizio per Oliviero Fani e Guo Sheng Zheng, titolari della Pegaso srl che si aggiudicò la gara. Identico destino tocca a Massimo Cortini, tra i soci dell’altro raggruppamento temporaneo d’imprese il Park Lives, che si sarebbe ritirato dalla competizione dopo l’annullamento del Comune per accordarsi clandestinamente con la prima cordata al fine di gestire insieme Le Mulina. Per tutti l’accusa è turbativa d’asta. Probabile, invece, la richiesta di archiviazione per Simone Tani, ex dirigente di Palazzo Vecchio ex assessore dell’era Domenici e da qualche mese al Cipe, e Luisa Chiavai Nocentini, tra gli amministratori della Pegaso. La gara per la concessione venticinquennale dell’ippodromo fu bandita nel giugno 2012. A partecipare all’appalto furono due raggruppamenti di imprese: Pegaso e Park Lives. Cortini fece ricorso al Tar, che sospese il provvedimento di assegnazione del bando di gara. Nel febbraio 2013, fu Palazzo Vecchio in via di autotutela ad annullare il provvedimento. A quel punto, secondo i pm Luca Turco e Christine von Borries, gli amministratori di Pegaso si accordarono con Cortini in cambio della rinuncia al ricorso. E Tani, secondo gli inquirenti, esercitò pressioni su Cortini perchè accettasse quella offerta. L’appalto fu ripetuto nel 2014, ma Park Lives non si presentò.