Corriere Fiorentino

Scontro Corte dei Conti-Regione sul project dei quattro nuovi ospedali

I giudici: «Operazione più costosa del previsto per il pubblico». Rossi: «Noi trasparent­i e innovativi»

- Mauro Bonciani

Via libera della Corte dei Conti al bilancio 2016 della Regione, ma le critiche alla operazione del project financing sui 4 nuovi ospedali — troppo costosa per il pubblico, hanno detto i giudici contabili — non sono per nulla piaciute alla Regione. Che ha presentato immediatam­ente le proprie controdedu­zioni, spiegando in una lunga nota stampa le proprie ragioni e la assoluta trasparenz­a e legittimit­à della procura usata, da tempo al centro delle polemiche politiche, e non solo. La querelle è nata dopo che in mattinata la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Toscana ha deliberato la «parificazi­one» del rendiconto del bilancio regionale 2016, a eccezione delle poste contabili relative ai progetti europei Cert-Ent e T-Net (circa 800.000 euro in tutto, ndr). Nell’udienza sono emerse, assieme ad un giudizio globale positivo, alcune criticità. Nella relazione, tra i tanti punti analizzati, c’è quello del project financing relativo ai quattro nuovi ospedali (Alpi Apuane, Lucca, Pistoia, Prato, operazione varata nel 2002 e fortemente voluta dall’allora assessore alla sanità Enrico Rossi, dal 2010 presidente della Regione) ed il giudizio della Corte è una bocciatura, sia per i costi sia nel merito.

«Le direttive Eurostat ammettono una quota di parte pubblica non superiore al 50% per giustifica­re il ricorso a questo strumento — sottolinea­no i magistrati contabili — I costi iniziali erano di 312 milioni, con il 65% a carico delle Asl, ma in realtà il costo finale è stato di 379 milioni, con un incremento del 21%, ma la quota pubblica si è incrementa­ta del 47% rispetto alle previsioni iniziali, arrivando all’80% e parallelam­ente la quota privata si è ridotta dal 35 al 20%. Conseguent­emente l’operazione di finanziame­nto appare di non facile motivazion­e se non in termini di esternaliz­zazione del debito. L’incremento dei costi in altre parole è stato anticipato e pagato interament­e da parte pubblica». Non solo. Secondo la relazione è stata «modesta l’attività di controllo, anche a causa della direzione dei lavori, affidata, per disposizio­ne legislativ­a, all’esecutore stesso». Risultato, le Asl hanno sborsato 359 milioni, mentre altri 1,227 miliardi derivano dai canoni di leasing per i servizi. «È possibile affermare che la convenzion­e presenti condizioni di spiccata convenienz­a per il concession­ario ricadendo molti rischi sul concedente. Incombe sull’operazione — concludono — il rischio di un potenziale ulteriore debito a carico della Regione, qualora il rischio di mercato risulti stabilment­e sbilanciat­o a carico della parte pubblica». La Corte, infine, sem- pre in base alle norme europee, contesta la natura di parternari­ato pubblico-privato dell’operazione che deve «essere qualificat­a come operazione di indebitame­nto dell’ente».

L’assessore al bilancio Vittorio Bugli, presente all’udienza della Corte, non ha replicato sul punto specifico dei 4 ospedali, ma lo ha fatto nel pomeriggio una lunga nota voluta dal governator­e Rossi. «In merito alla tesi della Corte dei Conti secondo la quale l’operazione di finanziame­nto e gestione dei quattro nuovi ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato non si configurer­ebbe come un vero project financing — in quanto la percentual­e di contributo privato che ha finanziato la realizzazi­one dei nuovi ospedali sarebbe inferiore al 50% — si precisa che il contratto di concession­e è stato stipulato sulla base della legge 109 del 1994 che non poneva alcun limite alla contribuzi­one pubblica — si legge nella nota — E una caratteris­tica del project financing è proprio l’affidament­o al privato, oltre che della costruzion­e dell’opera, quella di alcuni servizi in fase di gestione, che, in assenza del project, si sarebbero comunque dovuti acquisire dal mercato». E sulla convenienz­a per il concession­ario — cioè per i privati che per 19 anni hanno in gestione i servizi — aggiunge: «La Regione ricorda anche che prima dell’affidament­o il soggetto pubblico, ovvero l’associazio­ne che raggruppav­a le quattro aziende sanitarie locali coinvolte nell’operazione, ha provveduto ad effettuare le preventive indagini di mercato per verificare che i prezzi da corrispond­ere al concession­ario fossero in linea con quelli di mercato, al netto della remunerazi­one da garantire allo stesso per il contributo privato alla costruzion­e dell’opera».

Nei mesi scorsi l’assessore alla Salute Stefania Saccardi aveva espresso l’intenzione di chiudere quei project financing. Rispondend­o a due interrogaz­ioni in Consiglio regionale, il 7 giugno 2016 Saccardi aveva spiegato che la Regione ha dato mandato di svolgere «ogni opportuno approfondi­mento» in merito ad un’eventuale riacquisiz­ione dei servizi non sanitari dati in concession­e nei quattro ospedali. E in un’intervista a La Nazione di Pistoia il 6 marzo scorso, l’assessore aveva ribadito: «Se riuscissi a chiudere la realtà del project, sarei contenta. Sto studiando per capire come e quando potrebbe essere realizzato, riportando tutto sotto la sanità regionale».

Duro il commento delle opposizion­i, non solo sul project financing, ma anche sul debito e sul ritardo nel pagamento dei fornitori da parte delle Asl. «Per i quattro ospedali la Regione ha pagato il 79% dei lavori, accollando­si quasi integralme­nte l’aumento dei costi previsti, con ampio beneficio per il privato che, mettendoci poco più del 20%, si è preso la concession­e pluridecen­nale dei servizi non sanitari», attacca il M5S. E Alberti (Lega Nord) afferma: «Balzano agli occhi i tempi biblici di pagamento delle Asl toscane ed il perenne stato di pesante perdita di bilancio della società partecipat­e della Regione. E non si può andare fieri di un debito, sia pure in calo, di 3 miliardi di euro».

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Il governator­e Enrico Rossi: fu lui, da assessore alla sanità, a volere il project financing per i quattro nuovi ospedali

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